mercoledì 19 marzo 2008

Il pianeta perduto [xPeter]

Come un meteorite che si infrange sull'atmosfera terrestre, Lost Planet mette in scena uno spettacolo pirotecnico destinato a bruciare in fretta, senza colpire il bersaglio grosso. Azione furiosa, nemici capaci di stupire per numero e dimensioni, effetti scenici a profusione e tanta classe in pura tradizione Capcom non bastano a colmarne una certa superficialità di fondo, associata a meccaniche fin troppo estroverse.

recensione completa

20 commenti:

  1. Il genere patapim-patapum su cui non si può far altro che una descrizione delle meccaniche. Ben fatto, il finale (citato) poi è imho una perla di sintesi. Sulla fiducia, e su quanto avevo appreso da una videorecensione di TGM della versione PC. Diciamo il parere di un possibile cliente di un gioco d'azione PS3 che cerca info... anche se, considerando i miei gusti personali, non credo che sarebbe fra i titoli che prenderei insieme alla console a prescindere dalla sua effettiva qualità.

    Bando alle ciance: altre interessanti info videoludiche acquisite e ciò è cosa buona e giusta ^^

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  2. Non so dove l'avevo letto, probabilmente in VG, ma qualcuno diceva: datemi vincoli interessanti, non una libertà informe.

    Ecco. Lost Planet ti permette di sparare quintali e quintali di piombo correndo come un ossesso da tutte le parti.
    Il risultato è una esperienza più interessante rispetto ad un action in cui si spara solo da immobili o ad uno un cui fuori dalle coperture non si ha speranza?
    Affatto.

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  3. Ho cambiato qualche piccolezza per renderne la lettura un pochettino più fluida. Vabbè, chissene... lo dico tanto per :'D

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  4. Probabilmente non è il caso più adatta, ma proviamo a fare un gioco: quale sarebbe per voi il voto numerico più opportuno come accompagnamento della recensione?

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  5. Su una scala di dieci, un 7 (in pratica il classico 8 con fastidio)

    Su una scala di cinque: un 4

    Su una scala di cinque con icone a forma di stellette: tre stelle e mezzo colorate

    Su una scala con icone a scelta libera: un faccino di lato con elmetto che impugna un’arma enorme che spara grandinate di proiettili, che digrigna i denti con il doppio senso di foga dell’azione e sforzo fisico, un poco eccessivo dovuto all’arma non del tutto appropriata, magari più pesante o con il grilletto messo in un punto non del tutto funzionale per un buon bilanciamento.

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  6. Anche 10:20 p.m. di 24h

    ... o 26 settembre

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  7. Il voto implicito, pensato appunto in decimi, era proprio il 7 su 10, la prima risposta di maxlee. Com'è che c'ha preso? In base alla teoria kojistica, un numero vale l'altro ed è slegato dal testo, quindi potevo averne in mente uno qualsiasi.

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  8. Specifico che non è che lo dico a posteriori barando, la rece era già stata consegnata ed è in pubblicazione su Gamesurf proprio con quel voto XD
    Faccio poi notare come xPeter's Archive sia molto più cool di Edge e abbia già rimosso i voti.

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  9. lo sapete vero che "2d4" sta per "2 tiri del dado da 4" in d&dese?
    Poteva anche venire 7 così 8)

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  10. Il 7 grasso l’ho immaginato perché leggendo ciò che hai scritto ho pensato che sarebbe stato bene nel cassettone che aveva quella determinata etichetta, insieme ad altri giochi 7 grassi: magari un giorno si può rendere più esplicita la didascalia di sto scomparto xD

    O anche semplice cu*o, quello che spendi invece di conservarlo per indovinare i numeri dell’enalotto… ahahaahha… dai scherzo. Sei riuscito a rendere chiaro ciò che pensi di quel gioco è presumo abbiamo uno armadio mentale ikea simile in cui riporlo se presentasse quelle determinate caratteristiche. In questo caso, cassettone del 7 non troppo in fondo, diciamo di lato visibile in verticale xD

    I voti mettili e hai uno spazio ugualmente cool: alla fine dipende solo dal contesto in cui li usi. Credo che ora, a distanza di anni e di discussioni in tal senso, sono pronto a venire a patti e scendere ad un compromesso su questo tipo di “sintesi”.

    Ci pensavo in questi giorni mentre segnavo alcuni giochi che mi piacerebbe provare, all’interno di una lista piuttosto lunga: in pratica per riconoscere il mio grado d’interesse per alcuni prodotti assegnavo lettere da una (d) per uno trascurabile, ad una (a) per il gioco che prenderò sicuramente.

    Un sistema di valutazione mirato che rispondeva ad una domanda ben precisa: quanto doveva interessarmi quel prodotto?

    Magari alla fine il fatto che rende il voto un qualcosa di accettabile è solo quello di avere un numero che risponde ad una domanda ben formulata. Tutto sta nel trovarla (mica niente, asd!)

    @Koji nu, non sapevo fosse un'abbreviazione... però il 2 su scal 4 era ottimo uguale come concetto ^^

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  11. Aggiungo un pezzo che si è perso un per strada: con quel blabla volevo dire che i voti sono figli di una "legenda" altrettanto sintetica; sono legati ad un concetto molto basilare, perciò quando applicato direttamente al testo i conti possono non tornare.

    In pratica Testo- legenda implicita –voto; un testo-voto diretto non riesce sempre perciò ha ragione Koji se dice che in generale ricavarlo dal testo e basta, è una pratica che può portare risultati diversi.

    La legenda, può essere una versione che conosciamo entrambi, o condividiamo come sintesi di un "giusto" (e nel nostro caso comune) metro di valutazione; ne servirebbe una forma esplicita per chi non la conosce \ riconosce. Il difficile è proprio questo, comunicarla in termini universali. La domanda giusta da fare di cui accennavo sopra.

    Quando non la si conosce o capisce, si ignora, togliendo un parametro intermedio fondamentale e andando a provocare le obiezioni che conosciamo figlie di un paragone diretto e allo stesso tempo di un equivoco.

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  12. Infatti, non volevo fare un discorso semplicistico e non è sempre detto che l'assonanza possa essere diretta. Ad esempio, per interpretare il voto bisognerebbe conoscere il recensore, prima ancora della rivista, in base ad altri suoi scritti che ne facciano più o meno intuire la tendenza.
    Potrebbe benissimo starci che nella recensione uno voglia focalizzarsi su qualche aspetto particolare, positivo o negativo, e poi esplicitare il suo parere sintetico tenendo conto di fattori tenuti più impliciti.

    E' uno strumento in più, per comunicare un parere. Ovviamente non deve essere una scusa per polemiche gratuite che non passano neppure per la lettura dell'articolo.

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  13. Se Edge assegna un 5 Condemned, non dico "ah, guarda, un numero a caso che non vuol dire niente, poteva essere 6, 7, 3378, interno 3b, cap 90210, 25 gradi". Capisco immediatamente che il giudizio è negativo.
    E' una banalità sconcertante, ma ho come l'impressione che qualcuno non la dia per scontato XD

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  14. Non so, forse siamo troppo pessimisti o in questi anni abbiamo letto tante di quelle polemiche sul rapporto fra un prodotto e il valore numerico assegnato, che ci hanno traumatizzato spingendoci a fare precisazoni su precisazioni ^^"

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  15. *se vogliamo continuare sul discorso Edge*
    Infatti non lo dò per scontato. Ho visto abbastanza recensioni di Edge con giudizio negativo che comunque mi hanno spinto a provare il prodotto, o meglio, ho visto dare giudizi negativi a prodotti che io ho giudicato positivi, basati sulle stesse "percezioni", solo dando un peso diverso ai diversi fattori. Voglio evitare che si faccia come nel nostro ex-forum, con un thread che snocciola i voti e una serie infinita di questioni più sterili di un mulo. Il resto è legittima opinione.

    Per quanto riguarda l'"azzeccarci" il tuo voto, hai notato da solo che conoscere il recensore è già buona parte del problema 8)

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  16. L'importante è che si possa citare in tutta tranquillità il giudizio numerico assegnato da una rivista, come sintesi conforme al parere che vuole esprimere, senza sentirsi dire che si è prigionieri della mentalità retrograda della guida all'acquisto o si che ha una visione limitata.
    Ci conosciamo, sappiamo benissimo che ci piace LEGGERE gli articoli e analizzare un po' più a fondo la nostra passione videoludica, quindi è inutile formalizzarsi.

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  17. Il voto, per la nostra generazione cresciuta con questo modello di critica, ha una forte presa volenti o nolenti, ed è quasi sempre dominante. Purtroppo è così e i vari boicottaggi in questo senso sono dovuti proprio al fatto di possedere questa consapevolezza. Si cerca di lasciarlo fuori perché si pensa che alla fine si finisca per parlare solo di quello, che si sia estimatori o detrattori.

    Una soluzione c’è e imho non è tanto legata alla consapevolezza che noi siamo in grado di darli il giusto valore (non direttamente perché ripeto gira gira ci si casca), piuttosto al fatto del riuscire ad oscurarlo con uno scritto all’altezza. Per questo non mi faccio scrupoli a giocare con l’“indovina il voto” in un eventuale pezzo di xpeter o della banda dell’ex Videogiochi, perché riconosco il valore di ciò che scrivono, delle argomentazioni che espongono e del modo in cui lo fanno; e in questo caso il ridimensionamento del valore dato al voto è automatico.

    Insomma la conclusione a cui sono arrivato nel tempo è quella di valutare inutile un attacco frontale perché si rischia di perdere in partenza: bisogna semplicemente accrescere la qualità, l’onestà, la coerenza del pezzo scritto, il suo valore diminuisce di conseguenza. Il problema è che molti di quelli che lo difendono lo utilizzano come tappabuchi, specchietto per le allodole e di fronte ad una recensione che fa acqua da tutte le parti è facile che riescano nell’intento.

    Se qualcuno in buona fede vede nel voto il principale motivo di discussione è perché in fondo ciò che vi ha trovato scritto non è riuscito a superare l’importanza di quel numero. Che sia colpa di chi legge (non per “limite”, ma per altre mille altri motivi, fossero anche legati a degli interessi “statistici” personali) che di chi ha scritto il problema non cambia: c’è una carenza di fondo oggettiva o la richiesta di compensare un’esigenza diversa. Le discussioni “i voti di Edge” prima di avere in mano la rivista imho sono un caso lampante: in quel caso è una carenza esplicita (il pezzo non lo si conosce), ma è lo stesso meccanismo che scatta quando il pezzo è carente o non rispecchia ciò che gli si chiede.

    Venendo al caso specifico: senza sdolcinerie gratuite, la recensione mi è piaciuta, vi ho trovato dentro delle informazioni valide ed ecco che il voto è diventato superfluo, non inutile, ma proprio un fattore minore che in quanto tale è possibile utilizzare anche per “giocare”, un plus, un affare su cui cazzeggiare, perché è realmente “piccolo” e vuoto in confronto alla completa analisi principale. In questo caso il rischio che domini la scena non c'è anche se presente.

    Non so magari continuiamo a dire cose ovvie, però mi sto accorgendo che lo diventano davvero solo una volta esplicitate… avevo pure una metafora pasticcino \ torta ma la risparmio ^^

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  18. Non puoi! adesso ESIGIAMO la metafora torta/pasticcino. Pretty please with sugar on top!

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  19. Ahahahaha dai non tentarmi, ormai sono mesi che provo a levarmi di dosso la fama di concorrente di Suor Germana, sto cercando di curarmi con i solo “annunci”, come un obeso che mette per iscritto cosa mangia e come lo mangia anziché farlo realmente, asd

    Da ora in poi voglio fare solo metafore sessuali… uhmm … oddio ora che ci penso pasticcino e torta non sarebbero male come inizio...

    Ecco, mi sa che così sto montando le aspettative e peggiorando le cose … accidenti! ora c'è finito in mezzo pure il montare ... va bhe dai mi arrendo, cerco la panna e mi ritiro per deliberare xD

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