giovedì 19 novembre 2015

[Guardare ma non toccare] Q3 2015

Pensierini su Cinema&Tivvù. Un po' come al solito, tutto nei commenti: perchè usare un blog come un forum è l'ultima frontiera anche se per ora lo facciamo solo noi (chiediamoci come mai), e l'impossibilità di editare i messaggi fa sempre (molto) hardcore (pure troppo).

38 commenti:

  1. Visto recentemente due brutti film che durante la visione per un attimo m'hanno fatto pensare che quasi quasi uno degli attori protagonisti potesse salvarli... ma poi a ripensarci anche no.
    R.I.P.D. (in prima serata domenica scorsa su Italia1) risulta una specie di costosa, sfigatissima scopiazzatura di Men in Black, in cui la coppia di agenti speciali vecchio+giovane si occupa di fantasmi cattivi anzichè di alieni indisciplinati. Jeff Bridges prova a tenere in piedi la baracca dando la convincente impressione di divertirtirsi parecchio nella sua parte di logorroico pistolero anacronistico, ma il film in sé è davvero troppo poco ispirato e troppo fiaccamente derivativo per avere speranze.
    Io sono tu parte con il tema attuale del furto di dati sensibili e clonazione di carte di credito, con una mattacchiona che si diverte a prosciugare il conto e sporcare la fedina penale di un impotente malcapitato che porta un nome da donna. Poi evolve in un "buddie movie on the road" che ricalca un po' qualsiasi analogo possa venire in mente, da Prima di Mezzanotte a Parto col Folle passando per Io, Me & Irene, per terminare con la classica vena sentimentale "volemose bbene" che disinnesca un bel numero di commedie americane più o meno recenti/irriverenti. Praticamente tutta la fatica è sulle spalle di Melissa McCarthy, la cui generosa performance comunque non porta che al parco risultato di qualche sorriso saltuario.

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    1. RIPD ho visto tardi che era in programmazione e mi stavo rammaricando moltissimo per averlo perso. Considerando quanto riporti, smetto immediatamente xD

      In questo mese di Netflix ho visto più di una serie. Più tardi se riesco faccio un rapido sunto. In ogni caso conto di rinnovare perché domani uscirà in contemporanea mondiale Jessica Jones e se sarà buona quanto quella di Daredevil, varrà la pena spenderci del tempo (e denaro) sopra.

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    2. Certi film sono così lunghi (e non così avvincenti da sentire l'esigenza di rimanerci incollati fino alla fine) che mi sta capitando di decidere di vederli in stile serial, con la funzione 'riprendi visione' :ahah: L'ultimo è stato Rango, il camaleonte sceriffo per caso di Verbinski - film molto strambo, molto fantasioso e molto pieno di sgorbi.

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  2. Della serie "film precocemente abbandonati per inguardabilità" segnalo Un milione di modi per morire nel west. Avrò resistito venti minuti davanti all'alternanza di pietose gag\battute a base di fellatio, sesso anale, sperma in faccia e scorregge e di ancor più noiose scene di raccordo d'interminabile nulla cosmico.

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    1. ouch me ne hai ucciso un altro lol Ti passo la wishlist e spunti le ciofeche così mi fai guadagnare vita :asd: Peccato, dal trailer la roba del west sembrava una buona idea.

      Alla fine la prova Netflix l'avevi avviata?

      Là dentro tra le altre, voglio rivedermi la trilogia di Ritorno al Futuro e il documentario anch'esso presente. Sono talmente lento da non avevo capito che nelle scorse settimane era tornato d'attualità perché la data in cui il protagonista si reca nel futuro era il nostro presente (ormai passato ò_ò)

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    2. Sì l'avevo avviata, ma non l'ho sfruttata granchè. Delle serie ho provato giusto Marco Polo, la prima puntata; non m'ha preso granchè, abbastanza superficialotto\patinato, forse troppa fretta di sbatterti in faccia addestramenti matrixiani nel dojo e scene 'hot' nei bordelli.
      A "pepare" il Milione ci aveva già pensato Gary Jennings nel suo "Il viaggiatore", romanzo che consiglio caldamente.

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  3. Io invece ho approfittato di questi giorni per vedere documentari a tema videoludico e nello specifico ho guardato: The Art of Playing, Game Loading: Rise of the Indies, Pixel Poetry e Atari: Game Over; tolto che i primi tre non mi hanno fatto impazzire e pur avendo almeno alcuni elementi che li pone al di sopra di Indie Game: The Movie rimangono comunque esperienze trascurabili, l'ultimo è già più interessante, principalmente per la leggenda metropolitana che ci sta alla base ma in misura minore anche per l'offrire lo spaccato videoludico di un'epoca, anche se come avviene in pressochè tutte queste produzioni il punto di vista è molto americano-centrico.

    Mi rimane da vedere ancora World 1-1, scriverò un post in calce a questo se ci sarà qualcosa da aggiungere.

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  4. Spettacoli comici su Netflix
    Demetri Martin: Live (At the Time)
    Umorismo con tanti giochi di parole che si fa beffa delle logiche nei comportamenti umani. A me il genere piace moltissimo perché involontariamente m''incuriosisco di alcune robe che ad altri sembrano normali, mi chiedo come sarebbero le cose in un contesto diverso o il motivo di determinate scelte. Lo spettacolo in se scorre bene, buon ritmo. Alcuni giochi di parole non arrivano, ma per il resto ho passato un'ora molto divertente.

    Kevin Hart: Seriously Funny
    Ci sono diversi suoi spettacoli su Netflix. L'umorismo, per quanto mi è parso di capire, è tutto basato sul concetto di ghetto e reazioni di conseguenza. La volgarità raggiunge vette che non gradisco, la banale porno-risata che mbho. La qualità della rappresentazione mi sembra buona, ma non mi arriva completamente forse a causa di gesti e toni che non potrei capire a prescindere. Devo riprovarci. Ho linkato un titolo, ma non sono sicuro di aver visto proprio quello spettacolo in particolare, devo controllare.

    Anjelah Johnson: Not Fancy
    Terrificante e al limite del patetico. Magari sarà la più grande comica statunitense e sarò l'unico che non riesce a capirla, ma nella mezzora che l'ho retta, non ho sorriso mai. Dagli stereotipi raccontati sull'argomento, mi pare si dica che per le donne sia più difficile far sorridere. Non so sia vero o meno, so che lei nel caso sarebbe l'esempio concreto di quanto a volte sia proprio impossibile riuscire a farlo.

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  5. e ancora...

    Unbreakable Kimmy Schmidt (una stagione su Netflix)
    Una sitcom come se ne vedono poche ultimamente. Parte da un fatto di cronaca a suo modo drammatico, rapimento di un gruppo di ragazze da parte di una setta, iniziando dalla loro liberazione, precisamente dal momento in cui una di loro diventerà protagonista affrontano New York con l'anima dell'adolescente che era al momento in cui ha messo piede nel bunker, quindici anni prima. Episodi mai banali, per quanto di normale vita quotidiana. Ogni puntata è breve (circa venti minuti) e permette di mantenere il ritmo serrato nelle situazioni e nei dialoghi, di fatto il suo punto forte.
    Non riesce ad essere perfetta fino in fondo. Intorno alla nona puntata (su tredici totali) tutti gli spunti di partenza arrivano a compimento e non resta margine da quel punto di vista per continuare a far sorridere soprattutto nel momento in cui lei smette di essere ingenua. Il fatto di cronaca che da il via alla cosa ritorna rendendo le ultime puntate meno divertenti. Diciamo che si continua a ridere, ma amaro. A mantenere l'interesse ci pensa la vicenda legata al suo rapitore, però come dicevo, smette di essere quella brillante sitcom iniziale che mi ha conquistato. Nessun problema, sono tre puntate e poi finisce rimandando ad un'eventuale seconda stagione l'onere di risalire la vetta dell'umorismo piacevole e scanzonato. Preciso che anche in questa veste "amara" è ottima, la qualità generale non cala mai e non intacca il suo valore. Ottimo anche il doppiaggio italiano servisse vederla in quel modo, una di quelle poche volte dove va citato in positivo, forse uno dei migliori mai trovati in una serie tv comica.
    In breve
    Pollice su per: ritmo, dialoghi, protagonisti azzeccati, durata perfetta delle singole puntate, citazioni piacevoli
    Pollice verso per: ultime puntate e relativa svolta dolce-amara
    Voto (relativo al) genere "comedy": 4/5


    Zoo (sette puntate su su Rai4)
    Sbadatamente e facendo zzapping per i primi minuti, poi pian piano mi ha catturato per morirmi addosso dopo circa sette puntate rasentando il ridicolo.
    Premessa bizzarra: gli animali tutti, dai domestici ai diversamente addomesticati, si ribellano agli esseri umani. Ma loro ancora non lo sanno. Le bestie sono in numero superiore e quindi in teoria più forti e se si organizzano, (come all'improvviso decidono di fare) potrebbero fotterci con facilità.
    Più che altro è geniale perché permette di avere un'intera Serie TV alla Jurassic Park, spendendo un millesimo di quanto occorra per riprodurre dei dinosauri. Il pericolo è tutto intorno a te e un semplice gatto che salta da una sedia a una poltrona che in qualsiasi altro contesto, web a parte, sarebbe l'inutilità fatta a filmato, qui diventa il mostro di Lock Ness con la giusta premessa, inquadratura, colonna sonora. E poi sono bravi. O perlomeno fin quando non hanno iniziato ad esagerare con le paranoie. Buona fino a un certo punto. Non so se sia finita, comunque non credo la cercherò ancora.

    Tra gli altri per ora rimasti tentativi in attesa di spazio tempo per vederli:
    Orange Is the New Black (circa cinque puntate)
    Donna in carcere, situazioni tra il comico e il thriller. Forse è troppo esplicito in alcuni frangenti. Appena trovo un varco, approfondisco.

    Prossimamente
    - Domani Jessica Jones su Netflix
    - A breve ripasserò Battlestar (punto)G.
    - E come accennavo la trilogia di Ritorno al Futuro

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  6. Daredevil (stagione 1 e 2 su Netflix)
    Prima e unica serie tv dedicata a un eroe Marvel che sono riuscito a guardare senza sentirmi a disagio per la bimbominkiosità di fondo che le caratterizza (non c'ho più l'età è colpa mia nel caso) e soprattutto fino in fondo. Buon ritmo, buona rappresentazione scenica, dialoghi decenti, ottimo villano e fino alle ultime puntate persino senza l'imbarazzante costumino che rompe la sospensione dell'incredulità. Ambito, supereroi da TV, Voto 5/5. Consigliato

    Bojack Horserman (stagione 1 e 2 su Netflix)
    Un uomo cavallo, ex star di sit com, vive in un mondo di animali antropomorfi.
    Inizialmente si potrebbe scambiare per qualcosa in stile Griffin, in realtà è uno stile MOLTO diverso dove la lettura di ogni situazione è strettamente legata a quel momento invece che aver bisogno di essere ricavata da estremizzazioni, volgarità assortite e similitudini. Da spettatore questa sorta di equilibrio tra il contenuto degli argomenti e il contenitore che li trasmette attraverso quel particolare racconto, riesce a ritagliarsi uno spazio tutto suo all'interno dell'animazione TV.
    La qualità "grafica" può ancora una volta ingannare ad una prima occhiata. Uno sguardo più attento mostra come in quelle tavole ci sia tutto e più di quanto serva per godere delle vicende raccontate in modo piacevole.
    Dialoghi piacevoli, a volte memorabili. Alcuni concetti fanno pensare, già questo basterebbe a far scattare applauso e ammirazione. Forse lo fanno più in un secondo momento quando tornano in mente che durante la visione. In ogni caso buon ritmo generale, diverse chiavi di lettura di ogni situazione.
    La vicenda magari non è la migliore che si possa vedere in tv, ma in fondo è solo uno strumento. Diciamo che ci sono storie che sono grandi per quel che raccontano e altre lo diventano per il modo in cui sono raccontate. Questa serie tv animata appartiene al secondo caso.
    In ambito animazione TV 5/5 Consigliatissimo.


    The Brink (Stagione uno su Sky online).
    Serie sul comico andante di Jay Roach con Tim Robbins e Jack Black. Crisi internazionale e forse conseguenze più reali di quanto si voglia provare a scimmiottarle con quelle gag. Si sorride, alcune puntate sono coinvolgenti anche dal punto di vista dell'azione, almeno verbale, abbastanza da poterla definire quasi "la mini serie 24 di ridere". Peccato per riferimenti sessuali espliciti che oltre che indisporre inutilmente qualcuno, risultano poco divertenti e tutt'altro che indispensabili. Non si capisce perché li abbiano messi, ma tant'è. Ha un finale che soddisfa, quindi è buona anche da quel punto di vista. Voto 4/5

    Archer (2011) - Stagione 1 Completa -
    Serie cartoon per adulti. Racconta le imprese di un agente segreto di un'agenzia a cui capo c'è la madre stramba almeno metà di quanto lo è lui. Colleghi bizzarri, situazioni (a)tipiche del genere "spy", quanto surreali. Per maggiori dettagli wikipedia è tua amica.
    Sintesi degli aspetti positivi:
    + ritmo serrato
    + umorismo surreale fine a se stesso, nessuna ricerca della verità, nessun insegnamento, solo un coacervo di assurdità che strappano un sorriso a chi ama un determinato genere di umorismo "sconcio".
    + momenti brillanti
    Sintesi dei motivi per non vederlo:
    - quello che è il suo vanto (parlare di certe questioni fuori dagli schemi) può essere anche il suo aspetto negativo che nel caso di approccio sbagliato può rimbalzare lontano. Non tutti gradiscono il politicamente scorretto allo stesso modo. Dalle scene sessuali più o meno esplicite all'uso di termini non sempre elegantissimi, qui non mancano.
    Eventuale voto amore
    In ambito intrattenimento a cervello spento e sorriso fuoriuscito dal surreale: 4/5

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  7. Vista la prima puntata di Jessica Jones appena sfornata da/su Netflix. Senza prima aver visto trailer o conoscere le basi della vicenda sono rimasto piacevolmente colpito. Bella potente, continuerò a guardarla :sisi:

    http://it.allflicks.net/film/80002311/

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    1. La sto guardando senza conoscere lo spunto originale, come una normale serie tv a base supereroi. Come ho scritto ieri, la prima puntata mi ha colpito, invece il piacere di vedere le successive (fino alla quinta compresa), è stato altalenante soprattutto a causa di un ritmo che secondo me non riesce a mantenere costante l'attenzione dello spettatore.
      L'azione a suo modo è buona, ma le parti che fanno da collante sono un disastro, al limite del fastidio. Dovrebbero trovare il coraggio di sfornare puntate da venticinque minuti come le sitcom invece di allungarle riempiendole degli ormai usuali amplessi da softporno tv o chiacchiere di disimpegno, dove il disimpegno non servirebbe se finisse per tempo. Magari farne una versione estesa da vendere in cofanetti per chi desidera approfondire.
      A parte questo, la vicenda non è male, anche se il "villano" è troppo forte. In una vicenda del genere, la sensazione di vulnerabilità deve avere un limite evidente o almeno mostrare fin da subito una sensata via di fuga, lontana da raggiungere, ma non improbabile o utilizzata malissimo. Altrimenti si finisce per percepire la vittima senza via di uscita e diventa uno spettacolo di sevizie piuttosto che un combattimento dove scoprire chi l'avrà vinta.
      Guarderò le prossime e tirerò le somme. La curiosità resta, mi attacco a quella per farmi trascinare alla fine.

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    2. Ho finito di vedere la prima stagione di Jessica Jones, ultimo episodio acquisito e ripasso di alcune scene compreso.

      Non riporterò nessun dettaglio della vicenda, considerando che si tratta dell'unico (in assoluto) motivo che spinge ad andare avanti. Il buono sta nel desiderio di scoprire il passo successivo a prescindere da tutto e garantisco che per compierlo c'è parecchia roba "da cui prescindere". Se togliamo le potenziali sorprese, si sgonfia in un istante.

      La seconda parte della stagione è in gran parte migliore, accadono più situazioni interessanti e quando arrivano su schermo sono abbastanza coinvolgenti da tenere incollati. Tra action e thriller, diciamo così, si gode. Di contro, continuano ad esserci i momenti collante in cui non succede una beata fava e lì si soffre, tra dialoghi che neanche nelle soap opera, "sit-drama" riproposti un numero di volte superiore al necessario e tentativi mancati di dare spessore a personaggi rigidi fin dal primo istante, non espandibili neanche volendo. E poi alcuni spunti forzati là in mezzo, come ogni dannata serie tv a tema eroi che si rispetti, in cui l'unico modo che trova lo sceneggiatore per mettere nei guai i protagonisti è farli comportare da emeriti idioti. Sì, ci sono giustificazioni a loro modo razionali per quelle scelte, però in quel caso per accertarle senza intelletto ferire, saremmo noi spettatori a dover diventare degli idioti. E infatti, visione a cervello spento e avanti per scoprire come e se ne verranno fuori.

      Per chi avesse dubbi se guardarla o meno, tutto sommato consiglio di darle una possibilità, magari saltando le parti soporifere, quelle di softporno inutili in un contesto Marvel (a parte far vedere che una coppia di umani cazzuti-corazzati può ottenere amplessi violenti senza farsi male?).
      Tra momenti buoni e meno buoni, vale la pena arrivare in fondo. La qualità è presente, alcune scene in modo particolare, originali e meritevoli di attenzione.

      In generale non è la serie in grado di rivoluzionare gli "eroi in tv" come era sembrato all'inizio, banalmente perché per la maggior parte del tempo non sembra appartenere a quella categoria. Il tema "supereroe" è davvero qualcosa di reinterpretato al punto da diventare irriconoscibile. L'aspetto positivo è che agli occhi di uno spettatore adulto non sempre in grado di sospendere la realtà di fronte a certe carnevalate, questa sorta di "normalità" potrebbe essere un incentivo a seguirla e comprenderla. Quello negativo è che diventa meno riconoscibile per tutti gli altri, adulti desiderosi di vedere supereroi in azione e non l'ennesima serie drama-thriller pseudo-supernatural che abbonda nel mondo dell'intrattenimento tutto (invece riguardo il modo in cui potrebbe considerarla chi conosce le origini del personaggio, non ne ho idea, non rientrando in quella fascia di spettatori, avendola guardata senza aver letto un fumetto e neanche aver visto un trailer.

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  8. Ieri ho visto Lucy, ma non so se una roba del genere possa ambire ad essere chiamata "film", come definizione sarebbe più calzante "colossale puttanata audiovisiva" :ahah:
    Se non fosse anche tremendamente noioso quasi quasi consiglierei di non perderselo, perché misfatti cinematografici del genere non capitano tutti i giorni :ahah:

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    1. noooo, eccone un altro :rotfl: Ormai è una certezza, m'hai sottratto la lista dei film che vorrei vedere e ogni giorno mi distruggi una speranza xD
      Molto più probabile che si tratti di avere il desiderio di vedere le stesse robe. Comunque altro film da rimandare a un rec tv o gratis dentro qualche abbonamento :sisi: Mi spiace, un po' ci credevo.

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    2. Mi sto immolando per la causa :ahah:
      Ora ho nel mirino "L'incredibile Burt Wonderstone", dopo Lucy sono pronto a tutto, mi piego ma non mi spezzo :ahah:

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  9. In passato in questo angolo ho già introdotto la piattaforma VVVVID.. ecco, oggi ci ho dato un po' dentro XD

    One Punch-Man: serie in corso, sette episodi attualmente disponibili, visti tutti e sette questa mattina: narra le gesta di un tizio superfortissimo di nome Saitama che fa il supereroe per hobby ed è in grado di battere qualunque avversario con un solo pugno (da qui il titolo); ovviamente in questi primi episodi si è già imbattuto in personaggi assurdi e si è pure iscritto alla scuola di supereroi con lo scopo neanche troppo velato di avere un fanclub personale. Queste prime puntate sono indubbiamente partite bene, c'è azione ma il focus è centrato maggiormente sulla comicità; rimane da capire come farà la serie a mantenere alto l'interesse considerando l'invincibilità del protagonista.

    Kyoukai No Rinne (o anche solo semplicemente Rinne): è l'attuale opera della Takahashi (Ranma 1/2), ne avevo già visto 2-3 episodi e fu l'occasione in cui introdussi la piattaforma VVVVID in questa landa, oggi me ne sono guardato un'altra bella infornata di puntate, sono arrivato all'undicesima; il cast si sta velocemente allargando ma finora faccio un po' fatica a vedere una trama principale "solida" che possa reggere un arco narrativo prolungato nel tempo, spero che non si dilunghi all'infinito come InuYasha perchè questo anime ho paura che non abbia i numeri per reggere altrettanto a lungo.. comunque finora è per lo meno gradevole, per adesso c'è a disposizione un'intera stagione da 25 episodi, nella prossima primavera è prevista la seconda.


    Nota a margine: come avevo già scritto sulla piattaforma stanno caricando anche materiale non legato ad anime e tra questo ci sono anche le due stagione del The Office inglese, molto probabilmente sarà quello che guarderò alla fine di Rinne.

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    1. Siamo figli dei serial, me prodigo perché ero riuscito a staccarmi, ma con Netflix ci sono tornato a casa.
      A proposito avrò dei consigli da chiederti riguardo anime assortite presenti là dentro, tante, ma di cui vorrei toccare solo materiale di qualità. Nei prossimi giorni tiro su un elenco e vedi se c'è qualcosa che riconosci degna :sisi:

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    2. In realtà io sono tutt'altro che incline a guardare serie, mi ci sono buttato giusto perchè avevo un paio di cose che mi interessava recuperare e in questi giorni sono a casa per un intervento al piede (la rimozione di un neo). Per gli anime prova a chiedere ma non sono aggiornatissimo, sappilo.

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  10. Visto L'incredibile Burt Wonderstone, buffo, sciocco e stralunato in modo assolutamente gradevole; musiche molto azzeccate, cast in forma (Steve Buscemi e Jim Carrey soprattutto), mi ha messo di buon umore ed una particolare scenetta nella sua semplicità m'ha fatto proprio ridere sinceramente.
    Bello anche il trucco finale.

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  11. Completata l'altra metà della stagione di Rinne, si attesta su quanto visto precedentemente e si attesta sui livelli medi delle produzioni Takahashi; l'unico aspetto che non mi è piaciuto è la classica ridondanza tipicamente giapponese di spiegare e rispiegare le stesse cose più volte che solitamente è un problema abbastanza comune ma che qui ho trovato più marcato che in altri anime.

    Visto anche il citato World 1-1, film-documentario su ascesa e crollo di Atari, migliore degli altri documentari visti in questi giorni e tuttosommato gradevole ma ancora parziale nella narrazione degli eventi e soprattutto troppo americano-centrico.

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    1. Ho visto anche il film dell'Angry Video Game Nerd, lo metterò in calce a questo post: il film si basa sulla pluririchiesta -da parte del pubblico- recensione del gioco di E.T. per Atari 2600 per svilupparci attorno una trama folle che parte dalla spedizione alla ricerca delle cartucce seppellite nel deserto fino ad arrivare ad extraterrestri "veri" e deliri assortiti; detto brutalmente il film fa cagare e non tanto perchè sia fatto male (quello è voluto) quanto perchè vorrebbe essere una cazzatona divertente e, sostanzialmente, è solo una cazzatona e non diverte mai; a peggiorare le cose c'è anche il fatto che la mediocrità imperante viene perpetrata per la bellezza di due ore che per una produzione del genere sono decisamente troppe, personalmente io mi sarei tenuto anche sotto l'ora e mezza.
      Volevo levarmi lo sfizio di vederlo e l'ho fatto, ora archiviato e si passa oltre.

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    2. Ho finito di vedere anche Double Fine Adventure!, il documentario dello sviluppo di Broken Age realizzato durante tutta la lavorazione dello stesso; sono 21 episodi, la durata è variabile tra i 20 minuti (i primi episodi) e i 50 (gli ultimi) per un totale indicativo di circa 12 ore di documentario.
      Vale la pena spendere così tanto tempo per vedere questo documentario a puntate? Nì; da una parte è interessante perchè fornisce una visione approfondita dello sviluppo di un videogioco e delle mille problematiche a cui si può andare incontro (da questo punto di vista essendo basato su Borken Age è ancora più interessante perchè lo sviluppo del gioco è stato tutt'altro che indolore) ma dall'altra è stato deludente perchè certi aspetti critici sono stati solo documentati ma non sono stati approfonditi a dovere, tipo i problemi di gestione di tempo e budget o l'abbandono della nave da parte di Ron Gilbert ad appena un paio di mesi dalla partenza del progetto.
      Speravo in qualcosina di più, sinceramente, ma il materiale è molto e in sconto al 75% l'ho pagato 3,75€ perciò mi reputo comunque soddisfatto. Per la campagna di Psychonauts 2 è previsto il ripetersi dell'esperienza e dietro le telecamere ci sono sempre i 2 Players Production, speriamo che questa volta facciano meglio.

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    3. P.S.: se non volete pagare potete vederlo gratis su YouTube

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  12. Le prime cinque di The Seven Deadly Sins e mi sto divertendo, più o meno come quando, milleuno anni fa, guardavo ancora anime del genere. Classico viaggio dell'eroe, squadra dei "buoni" interessante, nemici "cattivi" cazzuti abbastanza da tenergli testa, pizzico di sessualità softcore nippo che la butta sul ridere gretto andante.
    Potrei anche rischiare di sopravalutarla proprio perché è da tanto che non ne vedo una, non saprei. In effetti, un giudizio più esplicito non me la sento di darlo. Dico solo che ha tutta la mia attenzione e finora non l'ha tradita. Credo che di puntate ne manchino altrettante, vado avanti :sisi:

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    1. Come avere diverse micro-stagioni assieme, nel senso che ci sono blocchi di puntate che seguono una vicenda, poi si risolve e la volta successiva si passa ad un altro blocco di puntate/vicenda. Talmente da tanto che non ne seguo che non ricordo neanche se sia normale, anche se qualcosa mi suggerisce di sì. Colpa delle puntate auto-conclusive dei cartoon occidentali visti in quest'ultimo decennio per me no-jap .(

      Con me la serie grossomodo funge. In alcuni momenti sinceramente non mi garba per diversi motivi, ma quando lo fa devo dire che la trovo davvero molto appassionante.
      Niente, dovrei essere alla quindicesima, credo che a questo punto arriverò in fondo. Netflix ancora a segno da queste parti.

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  13. The Office, serie originaria UK -per distinguerla dal rifacimento USA-, stagione 1, 6 episodi da 30 minuti l'uno: promossa ma con riserva, nel senso che a me è piaciuta ma non la consiglio in giro tanto a cuor leggero perchè è scritta, diretta e interpretata da Ricky Gervais il cui umorismo "pesantino" (per usare un eufemismo) non è proprio una cosa alla portata di tutti; se piace il soggetto assolutamente da vedere, altrimenti difficilmente può piacere.
    Sono fondamentalmente l'esagerazione (?) delle vicende della vita da ufficio in un'azienda cartiera della periferia londinese. Se state pensando ad un Camera Café british (indipendentemente che The Office è più vecchio e CC è francese) pensate a qualcosa di simile ma molto (ma molto) più caustico.

    La serie inglese ha solo due stagioni, la seconda è anch'essa di soli 6 episodi da mezz'ora l'uno, conto di guardarla in tempi brevi.


    La serie americana è curata sempre da Gervais ma la interpretano Steve Carrell e Rainn Wilson e si articola sulla bellezza di nove stagioni per più di 200 episodi perciò dubito che la guarderò anche perchè faccio un po' fatica ad immaginarmi un prodotto del genere fatto per americani -è comunque più che altro la lunghezza a scoraggiarmi-.

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    1. Finita anche la seconda stagione: con il proseguire degli episodi tende a diventare sempre più incentrato sul personaggio di David Brent/Ricky Gervais -com'era anche prevedibile-, ritorna ad essere più corale solamente verso la fine ma ciò non toglie che la serie continua a funzionare; peccato che su VVVVID non ci siano i due speciali natalizi postumi perchè a quello che ho capito portano avanti un paio di questioni lasciate in sospeso nella serie principale.

      Confermo il parere positivo espresso in virtù della prima serie, è stata una visione interessante.

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  14. Della serie "che accidenti ho appena finito di vedere?", Il castello errante di Howl; dato che su Infinity ci sono un bel po' di film d'animazione dello Studio Ghibli, ne ho approffittato per documentarmi.
    Non so quanto dipenda nello specifico dallo stile di Miyazaki e quanto dall'attingere ad un immaginario poco riconoscibile ad occhi occidentali, ma dalle premesse all'epilogo, passando per lo svolgimento stesso, davvero non ho capito da che parte prenderlo, troppo campato per aria, surreale, alieno a quei classici canoni narrativi a cui si è abituati a far riferimento.
    Insomma, a parte l'indubbia qualità della realizzazione, non m'è mica piaciuto :nono:

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  15. Ho visto Dumplings di Fruit Chan, il primo dei tre episodi che, come da titolo, compone il film Three...Extremes. Sempre come da titolo, è stato estremo sul serio, nel senso di estremamente rivoltante e disgustoso, povero stomaco. Evitare categoricamente la visione durante i pasti :ahah:

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  16. Visto Tokarev, protagonista il parrucchino di Nicholas Cage doppiato da una voce inusuale che fa strano (d'acchito mi sembrava Pedicini dopo un raffreddore, trattasi invece di Massimo Lodolo); tipica storia di vendetta action\thriller. tipico passato criminale da cui non si può proprio sfuggire, tipico assortimento di sparatorie, accoltellamenti ed inseguimenti in macchina. Niente di rilevante da segnalare, guardabile senza pretese nel caso capiti a portata di occhi e non si abbiano alternative o voglia di cercarsi altro :sisi:

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    1. Sempre in ottica di azione disimpegnata a basso tasso di sollecitazione ai neuroni e memorabilità, visto anche Homefront; protagonista Jason Statham col cappellino da baseball, doppiato dalla storica voce di Nicholas Cage (Pasquale Anselmo), negli insoliti panni di un ex-militare supercazzuto che si trasferisce con la figlioletta in una cittadina di provincia per vivere tranquillo. Per un motivo o per un altro invece fa drizzare le antenne ai balordi nel raggio di trecento chilometri, finendo addirittura per richiamare l'attenzione dei veri cattivoni che avevano un conto in sospeso con lui; li riempirà prima di mazzate e poi anche di piombo via via tutti, con quel tipo di catartica efficacia che è rassicurante promessa di lieto fine ed una viulenza facilmente abbonabile per sacrosante esigenze di autodifesa.

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    2. Errata corrige: il nome di Cage si scrive Nicolas senza "h" ._.'

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  17. Visto Cogan - Killing Them Softly con Brad Pitt. Una collezione di dialoghi mediamente atroci, ridondanti e interminabili, più qualche estemporaneo eccesso di regia piuttosto gratuito e fuori luogo (ad esempio, un'esecuzione del tutto statica allungata con una tonnellata di bullet time ad evidenziare dettagli superflui, o le dissolvenze ed gli effetti visivi che in un scena vorrebbero rendere lo stato mentale di un tizio strafatto). Non è stato recensito nemmeno così male (75% su Rotten Tomatoes), sarà che i critici si sono fatti abbindolare dall'idea di fondo della criminalità ai tempi della crisi economica.

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  18. Ho finito di vedere The Seven Deadly Sins, ne avevo accennato qualche commento sopra. Comunque vado a riassumere, paradossalmente facendola più lunga: trattasi di serie Originale Netflix, ANIME , 1 stagione, 24 puntate.

    Classico viaggio dell'eroe, squadra dei "buoni" interessante, nemici "cattivi" abbastanza potenti da tenergli testa. Collante che la butta sul ridere tra battute e siparietti "hot" molto leggeri.

    Forse perché l'ultima serie completa che ho visto è stata quella di Inuyasha mille anni fa su MTV e non en capico gran che di Anime, devo ammettere che è stata una piacevole scoperta. Bella tanto come certe robe viste da bimbo che conservo nei ricordi.
    Prime tre puntate forse un po' lente, le ho guardate singolarmente, dalla sesta invece sono andato di minimo quattro puntate a serata perché la vicenda lo richiedeva. Il fatto che Netflix salti la sigla iniziale ha reso la visione ancora più scorrevole.
    Non mi è piaciuto in ogni occasione, ma nel complesso e soprattutto nelle parti importanti, si è rivelato un prodotto coinvolgente.
    Le vicende alla Dragon Ball non mi piacciono, ma qui nonostante gli scontri tra titani viaggino su quello stile, mi è garbato.

    Sintesi degli aspetti positivi:
    + non c'è mai stata una soluzione banale o senza senso per fuoriuscire da conflitti apparentemente impossibili da risolvere
    + personaggi simpatici, alcuni carismatici, siparietti divertenti
    + vicenda molto coinvolgente, suddivisa a comparti
    + funziona tutto

    Motivi che potrebbero spingere a non vederla (con i "ma" paracadute):
    - inizio sottotono (ma si riprende presto)
    - molto lunga (ma ben suddivisa, una serie di puntate dedicate a specifiche vicende, quindi fruibile a comparti stagni)
    - doppiaggio italiano stavolta mediocre probabilmente frettoloso (ma si può andare di originale con sottotitoli)
    - robe giappo "strane" per alcuni come la "vecchia" fata di 700 anni versione preadolescente con tutti gli equivoci del caso quando entra in contatto con alcuni personaggi (ma caso isolato)
    - protagonista non eccezionale (ma per fortuna tutti gli altri sì, dai comprimari, all'ultima delle comparse)

    Votone
    Zona genere cartoni animati per bimbi ormai adulti che vogliono vedere la ggente combattere anche se non più dentro fantastici robottoni: 5 (su 5)

    Applausi e un altro grazie Netflix per quest'altra perla d'intrattenimento. Il suo arrivo in Italia una delle robe migliori capitate quest'anno.

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  19. Visto Dracula Untold. Reinterpretazione ben poco interessante, che vede Vlad l'Impalatore, divenuto non si sa' come né perche' un bravo ragazzo tutto casa e chiesa, stringere un patto con un antico vampiro (Charles Dance) col nobile scopo di ottenere forza sovraumana per poter difendere la sua famiglia ed il suo regno da li turchi. Un sacco di pipistrelli in computer grafica e un finale davvero senza alcun senso.
    Insomma, se un Dracula così ancora non l'avevano raccontato, un motivo ci doveva pur essere :ahah:

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  20. Visto Mad Max - Fury Road, 'premiere' di Infinity.
    Due ore piene di inseguimento&combattimento spettacolare e ipercinetico nel deserto; virtuosismi di regia\montaggio\fotografia a flusso continuo risultanti in un'estetica di grande effetto, anche se a tratti s'avverte una leziosità che rischia un po' lo sconfinamento nella videoclippata (a caso mi sovvengono il personaggio con la chitarra infuocata, i flashback del protagonista, l'uso continuo di frameskipping\fastforward).
    Tutto molto bello, ma il film in sè e per sè è davvero impalpabile, in pratica l'estrema dilatazione di una singola scena d'azione ad alto budget che lascia uno spazio infinitesimale a trama, personaggi, dialoghi o persino battute; direi che stiamo sicuramente ben sopra i livelli di inutilità di un Gravity, ma in relazione all'analoga ricezione entusiastica che gli è stata riservata, ritrovo la stessa recente tendenza a ritenere l'esercizio di stile fine a se stesso sufficiente a parlare di grandissimo cinema.

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    Risposte
    1. Io l'avevo visto al cinema a suo tempo e non mi era dispiaciuto senza trovarlo però neanche un capolavoro: l'impressione è che a causa della rumenta degli ultimi anni la gente si sia abituata così tanto a dei film spazzatura che quando si trovano davanti un film decente urlano al grande cinema ben oltre i meriti del film, cose peraltro reiterata da parecchie altre pellicole anche di diversi generi.

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