Ci sono strumenti ben più efficaci per stimolare e accrescere la conoscenza della condizione umana (e sul cyberpunk). Ma se giocando a un prodotto d'intrattenimento nasce qualche pensierino in proposito, la ritengo cosa buona e giusta e nel caso, perché no, da riportare. Un neurone che mi prudeva ha generato due considerazioni durante l'attraversata di quel bel prodotto onesto che è Deus EX: HR. Deliranti alla vecchia maniera e spoiler free; almeno esplicitamente. Se desiderate giocare senza nulla-di-nulla sapere, leggete quanto segue a titoli di coda portati a casa.
Tutta colpa del meccanismo dell'evoluzione, ancora attivo, ancora elemento predominante della nostra esistenza. Lo scopo è stare in vetta, soverchiare, regnare su tutti a dispetto dei pipponi sulla pacifica convivenza e uguaglianza. Perché essere migliori significa elevarsi sopra gli elementi peggiori. Ma anche generare degli elementi peggiori nel caso non si sia all'altezza della vetta, tagliando le gambe altrui per volontà o come conseguenza (indirettamente essere "più migliori", significa formare un numero maggiore di elementi peggiori). Umani ancora fondamentalmente bestie, con l'unica differenza di aver acquisito la capacità di adulterare la condizione che determina gli individui vincenti, cambiando le regole, modificando i parametri che identificano la condizione di superiorità. Un processo già avviato e oggi riscontrabile in piccole manifestazioni come il banale esercizio in palestra che plasma un fisico che agli occhi altrui restituisca le caratteristiche di corpo sano, forte, funzionale a prescindere dalla sua efficace applicazione nel mondo reale. Cambiare le forme femminili per taroccare la propria condizione d'incubatrice efficiente e portatrice di validi ingredienti genetici. E altri interventi sull'alterazione dei sensi, come nel caso dell'atavico olfatto che tutto sa e tutto scopre, ingannato da profumi artificiali in grado di nascondere il proprio odore e le proprie mancanze.
A questo punto, che l'attuale tendenza degeneri fino ad arrivare ad un intervento più invasivo a livello di trapianti di materiali inorganici, è un qualcosa di piuttosto credibile. Ed è qui che la base di Deus Ex offre tutta la sua piacevole sostanza, mostrandosi come elemento di una fantasia lontana, ma allo stesso tempo specchio di un futuro prossimo e credibile. Il punto sta tutto nell'approccio, ambiguo e perciò travisabile che si sceglie per attuare le migliorie potenziamenti alla mano. La conseguenza positiva vede gli umani migliorarsi per essere migliori; migliori per elevare la propria esistenza o renderla pari a quella altrui, soprattutto nel caso si abbia avuto la sfortuna di perdere pezzi per strada. La negativa, come accennato all'inizio, migliorarsi per rendere (o rendendo) gli altri peggiori; in sostanza, inseguendo l'obiettivo vecchio come il mondo, dominare il prossimo tuo.
Da queste affermazioni (ipotesi, abbozzo di considerazione) tutta una serie di domande che mantenute attive in memoria durante il gioco-giocato di DEx:HR , offrono - almeno dal mio personale punto di vista - un pizzico di coinvolgimento in più. Di seguito le più ovvie.
Si possono alterare i meccanismi che regolano il sistema di crescita naturale dell'essere umano?
È giusto cambiarli? È giusto considerare la capacità di taroccarli come una delle capacità dell'evoluzione umana, e di conseguenza lecita?
È giusto contrastare l'evoluzione quando "deviata" (sempre che se ne riesca a identificare una "in linea" con l'esistenza in generale)?
È giusto sfruttare a proprio vantaggio le migliorie acquisite, naturali o artificiali, a discapito degli altri, per volontà o conseguenza?
E in caso contrario quale sarebbe il modo migliore per utilizzare le capacità evolute? Aiutare gli altri? Aiutarli o renderli autonomi, quindi al pari dei propri simili superiori? Ma è ipotizzabile l'esistenza di qualcuno in grado di scegliere di abbandonare di propria volontà la predominanza? Ma alla fine avrebbe senso farlo se il gioco dell'evoluzione con le sue regole, le sue meschinità, è ancora più che attivo? Non sarebbe "contro natura"?
La natura si basa su equilibri dinamici. Si nasce perchè si muore e viceversa; la propagazione è solo della specie e nemmeno una specie riveste per sempre lo stesso immutabile peso, in barba alla vanagloria e le illusioni del singolo esemplare.
RispondiEliminaMettiamo che in qualche modo si prolunghi di tantissimo la vita umana, grazie ad una combinazione di hacking genetico e di innesti inorganici. Penso che il risultato sarebbe un crollo verticale della natalità, o comunque della popolazione.
Già ora bastano un regime alimentare zeppo di proteine e carboidrati ed uno stile di vita metropolitan-occidentale a rallentare il ricambio generazionale, figuriamoci gli effetti di mutazioni sociali e biologiche così radicali come quelle delle fantasticherie cyberpunk.
Immortali? Indistruttibili? Sì, ma a quel punto ho come l'idea che alla fine della gente ne rimarrebbero quattro gatti, predisposti ad un successivo contrappasso involutivo; ed il pianeta verrebbe conquistato da chi temo si sia già messo in coda: gli insetti :0
Meglio quell'ipotesi di fine mondo per mancanza di ricambio che la versione opposta del sovraffollamento tumorale. Nuove cellule su cellule indistruttibili. Prima un impianto ad alveare con box ninnananna 2x2 per ciascuno e a seguire, per venire incontro all'esigenza di nuovo spazio, miniaturizzazione degli organi e del corpo tutto. Piccoli, piccoli come insetti. Forti e volanti come insetti. Rompicoglioni come gli insetti. E gli insetti, quelli veriveri dovranno ancora una volta aspettare il loro turno. Oppure niente: ne resterà soltanto uno e si annoierà a morte.
RispondiEliminaComunque pochi cazzi, siamo dei cinici bastardi xD
Gamer, film di fantascienza con Gerard "300" Butler (non so se liberamente o meno ispirato a The Running Man con Schwarzenegger, a sua volta tratto dall'omonimo racconto di Stephen King; comunque la storia con tutte le variabili del caso, è molto simile). Impianti celebrali artificiali che sostituendo gli originali, trasformano gli uomini in avatar controllabili in toto da altri umani facoltosi. Dei PG da "calzare" e usare per interazioni in social network (pg interpretati da precari retribuiti) o FPS (carcerati nel braccio della morte). Enormi manifestazioni di online gaming utilizzate e seguite dall'esterno a mo di grande fratello da un considerevole pubblico. Per una buona metà la storia offre diversi spunti interessanti, dal pieno controllo di una forma consapevole (burattini tecnologici e organici) all'invasività delle tecnologie, poi vira inevitabilmente in un discreto action thriller. In ogni caso mi è sembrato racchiudere elementi che lo rendono citabile in un contesto del genere.
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