Qualche dettaglio (i Contro)
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Il "Borgo" |
Iniziamo con la parte peggiore di Dead Money, ossia il cambio d’ambientazione e le nuove minacce. Dagli spazi aperti del deserto si è passati a quelli claustrofobici di un angusto borgo minato rendendo pesante l'esplorazione, oltre che per la struttura labirintica, per la pressione di un avviso sonoro che innesca il meccanismo omicida indossato dal personaggio a mo di sciarpa. Parte il bip e dobbiamo allontanarci dal punto incriminato, cercare una strada alternativa, trovare la fonte maligna oppure attraversare questi spazi angusti trovando un'angolazione al di fuori del segnale. A incoraggiare ulteriormente la sveltezza nell’andare, ci pensa il gas malefico che si trova insaccato in alcune zone. A ciò si aggiunge un backtracking micidiale dovuto a missioni leggermente diluite che porta la sopportazione del percorso ad ostacoli al limite. Corridoio labirintici da attraversare più volte in zone da percorrere a gambe levate cercando una bolla d’aria sicura, cambiano l'incipit da un casinò sulla collina da conquistare, a un casino e basta.
Qualche dettaglio (i Pro)
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La bellerrima (dentro) Christine |
A salvare la baracca, come sempre in un prodotto Obsidian, arriva la buona mole di testi e in generale ciò che può’ essere considerato il fulcro di un gioco del genere, ossia ruolo e interazioni legate ad esso (leggi: personalità presenti). Compagni di viaggio da reclutare caratterizzati in modo stupendo, vivi e credibili come poche volte nei videogiochi. In particolare la Christine della foto accanto, un bot straordinario, con una comunicatività grandiosa nonostante (o proprio per…) non sia dotata di favela. Un amore di essere inesistente che in tre mosse distrugge qualsiasi altro personaggio femminile apparso altrove, in genere vuoti e intriganti quanto una lattina di birra appena tracannata.
Giudizio Sintetico
Un contenuto aggiuntivo da affrontare con la consapevolezza di dover sottostare ad alcune dosi di frustrazione e il rammarico per il suo aspetto trascurato. Alla base una tensione non adeguatamente dosata che rischia più volte di sfociare in frustrazione. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, si può accettare la presenza di quel meccanismo immaginandolo come parte di un'ambientazione che deve disturbare, però è innegabile il peso che si prova a camminare su un design del genere e motore grafico che ha fatto (e stra-fatto) il suo tempo. Considerando la bontà del comparto ruolistico si tratta di una giocata che vive sul compromesso, un qualcosa che fa tanto perla in porcilaia.
Giudizio Numerico
Risultato: riesce solo in parte, il sunto finale dipende da singole capacità di adattamento, sopportazione, grado di saturazione, 7- (4 per aspetto e montaggio, 10 per bot e personalità)
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