Di Clint Eastwood è il racconto di tre storie legate alla morte che...
...convergono nella parte finale. Forse proprio il loro essere non altro che una lunga premessa in funzione del breve rendez-vous prima dei titoli di coda, le rende meno impattanti di quanto si è tentato di mostrarle. C’è troppa attesa, utile per raccontare i personaggi e in qualche modo generare l’empatia necessaria affinché i passi successivi funzionino, ma secondo me (parere di uomo della strada) non abbastanza per tenere viva l’attenzione dello spettatore in tutte le fasi. Detta in modo rude: non capisci (o cerchi di non farlo) dove vuole andare a parare e quando ci arrivi (quando è ovvio), provi la sensazione di un eccesso, insomma che ci abbia messo troppo. Naturalmente non esiste la controprova, nel senso che non si può stabilire la bontà di un montaggio diverso che non c'è e dove magari si rischia di arrivare "abbastanza pronti e coinvolti".
Nel complesso è un’opera fantastica, secondo me non la migliore di Clint, ma di sicuro da Oscar se si osservano la mera composizione dell’insieme e l’utilizzo dello strumento cinematografico come mezzo espressivo. Ci sono situazioni che per la loro semplicità appaiono persino banali, ma con dietro una maestria nel raccontarli che li eleva a episodi cult, unici e indimenticabili. Molto lavoro sulle immagini e poco testo, quindi molta interpretazione visiva sia in uscita che in ingresso. Una resa grandiosa da questo punto di vista; letteralmente perché è ciò che utilizza e ciò che bisogna essere capaci di riportare (mostrare) per raggiungere lo scopo nella riuscita del racconto.
Il bello di di Eastwood nei panni del regista è che quando finisci di vedere un suo film scopri di aver partecipato a qualcosa d’importante, di non aver speso vita inutilmente. Non è mero intrattenimento atto a "trascorrere del tempo", ma una vera e propria operazione che richiede la partecipazione attiva dello spettatore e non solo la sua presenza come nella maggior parte dei casi cinematografici. Sono lavori che avvolgono, ti tirano dentro dei mondi che magari, come in questo caso, trovi meno riusciti di altri, però sempre importanti e degni d’esistere. Basta guardarsi in successione qualcuno dei film anoressici che girano casualmente in tv per percepire quanto è vasto il divario in termini di consistenza.
Nessun commento:
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.