domenica 15 marzo 2009

Il mistero del misterioso villaggio del mistero

Lo spauracchio di NDS (e di Wii) ha avuto nella fase di rodaggio delle console, ma ancora mantiene, un nome: collezione di minigiochi. Definizione diminutiva per titoli compositi, disomogenei ed effimeri per natura ma scopertisi potenzialmente dotati di attrattiva insana verso la nuova fetta di utanti (perchè sono in molti) sensibili all'abc videoludico in pillole, specie se somministrato tramite periferiche meno indirette del tipico joypad.

Certe impressioni, che rimangono generiche quando suscitate dallo stare di fronte alle varie chart del software pubblicate su siti e riviste specializzate, acquistano una concretezza insospettabile quando si diventa testimoni oculari. Soggetto: signora di mezza età dai trascorsi videoludici irrilevanti. Attitudini: Mario64DS mai affrontato nella "campagna singleplayer" (su proposta esplicita di provarci il responso è stato sulla falsariga di "non mi passa manco per l'anticamera del cervello") ma sviscerato nei bonus-game satellitari, con certo cipiglio agonistico pungolato dagli hi-score. Sterminavirus (dr. Mario iper-semplificato in chiave tattile, incluso come extra di Brain Training e spacciato per "esercizio di rilassamento mentale") diventato non solo ben più interessante di tutti i veri e propri quiz di Kawashima messi insieme, ma eletto per frequenza e continuità di utilizzo come killer application (anche nel senso che la consolina avrà vita breve data l'azione erosiva quotidiana del pennino sullo schermo inferiore non protetto).

I nobili ideali che possono accompagnare la categoria sono spesso messi in luce dal fil rouge che attraversa le applicazioni mignon e dalle qualità della cornice su cui esse trovano collocazione; dal minimalismo naif e nintendosa autoreferenzialità di un Wario Ware, una potatura bonsai nel giardinetto della casa di Kyoto, alla chiave sonora di un Rythm Tengoku Gold, passando per l'illusoria sembianza di test intellettivo del già citato Brain Training.

Professor Layton and the curious village punta sull'enigmistica di stampo tradizionale (logica, matematica, geometria, pensiero laterale) interpretata come principale frangente interattivo entro il dipanarsi di una di quelle avventure grafico-testuali moderne che si oppongono all'estinzione di un genere.
Il centinaio abbondante di quesiti è distribuito nelle tipica serie di schermate fisse e andrà in esse procacciato col pennino indagatore, dispensato dai personaggi e da hot spot nascosti, mentre si seguono gli sviluppi di una vicenda investigativa tanto edulcorata e prevedibile quanto ammantata di sobria carineria (e impreziosita da inserti d'animazione curati da Studio Ghibli).
Il mistero della Mela d'Oro e del villaggio dai bizzarri abitanti potrebbe smettere d'essere tale ben prima delle rivelazioni conclusive, testi e caratterizzazioni sono in linea con le origini laytoniane, educative e orientate ai più piccoli; il risultato è così pulito e ben eseguito da poter assurgere alla classificazione di "per tutti", abituale riconoscimento di merito.
Tuttavia, anche i più smaliziati potranno ritrovarsi arenati in prove di ragionamento di una certa intensità. Il giusto approccio è lasciar perdere la tentazione di munirsi di carta e penna, magari con l'idea di impostare qualche equazioncina o di graficare nero su bianco la propria idea, ed insistere mentalmente alla ricerca della strada più intuitiva ed "economica", di solito quella migliore. Certo, quando si tratta di conteggiare triangoli in un mezzo ad un incrocio di rette è facile che venga il latte alle ginocchia e si finisca ad un certo punto per procedere a tentativi, ma si tratta di casi tutto sommato isolati.
Arriviamo alle solite. A fare da contraltare ad una godibilità "che non l'avrei mai detto", alla curiosità contagiosa e alla perfetta assonanza con i ritmi di fruizione di una console portatile come NDS, c'è l'impressione di fondo che rimanere un quarto d'ora fermi a riflettere, contemplando la stessa elementare schermata statica, poco si confaccia ad una vera e propria pratica videoludica.
Ciò detto nella consapevolezza che cosa si debba intendere per vera e propria pratica videoludica non c'è scritto da nessuna parte.

8 commenti:

  1. L'ho giocato un po', poi sono stato distratto da altro e purtroppo ancora non mi ci sono rimesso. Per la parte che ho provato condivido tutto, sembra un gioco senza difetti, anche se a voler pignolare c'è la storia degli aiuti che non vengono scoraggiati quanto sarebbe sembrato opportuno. Magari li si può accettare pensando ad essi come una sorta di selettore della difficoltà sempre attivo (hard senza, normal con uno, ed easy con tutti e tre aperti). Alcuni enigmi sono delle vere e proprie perle di pensiero laterale, ma non troppo, infatti come hai ben detto bisogna non cadere nella trappola di cercare soluzioni contorte quando la più ovvia, la più logica e spesso "banale" (quando la sai) è quella giusta: sarà anche per questo che pesa più del solito il leggero senso di disagio provocato dal non esserci arrivati subito (il tormentone "oh, certo, ma che cavolo…" con botta in testa e risatina imbarazzata è un classico per quasi tutti i 100&rotti problemi ^^)

    "Ciò detto nella consapevolezza che cosa si debba intendere per vera e propria pratica videoludica non c'è scritto da nessuna parte
    "
    Mi dilungo un po' su sta cosa perché credo sia un punto fondamentale riguardo il giudizio che si può ricavare su questa tipologia di giochi.
    Forse per capire cosa possono o non possono essere considerati veri e propri prodotti videoludici, bisognerebbe pensare ad una loro esistenza in altra forma ugualmente funzionale o migliore.
    Riguardo Layton l'alternativa più ovvia è la rivista enigmistica, però in quel caso mancherebbe il collante ricreato da un accompagnamento sonoro adeguato, dal contesto scenografico animato quel poco che serve a dargli una parvenza di ambiente abitato. Per gli enigmi, non mi è sembrato di trovarne impossibili da realizzare mezzo stampa, ma anche in questo caso si nota come la funzionalità di un sistema a schermo tattile offra un'esperienza al pari e spesso migliore (ad esempio il punteggio tenuto con un contatore automatico).
    Al contrario di quello che potrebbe accadere con un e-book su cartuccia, dove le ridotte dimensioni e un generale disagio dovuto ala lettura su schermo, farebbero pensare ad un qualcosa di non-videoludico data l'esistenza di mezzi che riescono a rendere la stessa esperienza in modo più adeguato.

    Sul discorso che li vorrebbe classificati per importanza, per validità ludica e quindi un gioco "casual" inferiore ad un videogioco più tradizionale (e il conseguente rammarico di veder preferiti dai più, generi ludici "inferiori") ho constatato personalmente che si tratta semplicemente di gusti, neanche d'incapacità o d'inadeguatezza come si potrebbe pensare.
    Esempio diretto: mia sorella (citata continuamente solo perché la ritengo uno dei più improbabili, ma allo stesso tempo più capaci videogiocatori che conosco) dopo il Layton del pezzo, il Pic Pic e l'attuale fissa per il Peggle PC, ha dichiarato le sue preferenze lasciando fermi, per dirne uno, l'ultimo DQ che ho cercato di rifilarle. Questo fine settimana è passata a casa, ho iniziato a pigliarla in giro per i suoi strambi gusti al che è venuto fuori il Colosso che avrebbe dovuto dimostrare cosa erano veramente i videogiochi. Risultato, affascinata (certo), capace (ha trovato e fatto fuori da sola il biscione elettrico), ma poi alla fine della fiera non sarà certo il titolo che vorrà portarsi via, preferendo continuare con i "giochini" spesso tutt'altro che facili (ha adocchiato il picross 3d nippo in attesa d'importazione: mi è venuto il mal di testa solo nel cercare di capire il video esplicativo). Eppure anche lei è una videogiocatrice, che sceglie percorsi diversi e, a questo punto, da considerare ugualmente validi.
    Chissà, magari è tempo che nasca una critica dedicata, che distingua un gioco "casual" ciofeca, da un gioco "casual" capolavoro, non sempre deprecabile solo perché "casual" e non sempre impossibile che non "svetti" per lo stesso motivo.

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  2. Ma non ho capito, sto gioco è un quiz game (alla Brain training) o un'avventura grafica (alla Hotel Dusk)?

    Su cosa sia videogioco e su quello che ha detto Maxlì, io vedo la cosa molto vicino al mondo della musica: se invece dello spregiativo "casual" si usasse il termine "pop" già si inizierebbe ad avere la giusta chiave di lettura.

    Una definizione terra terra invece potrebbe essere "videogioco è qualsiasi gioco che prevede la manipolazione di elementi grafici visualizzati su uno schermo", ma già questo taglia fuori sicuramente Singstar, probabilmente i dancing game e forse forse Guitar Hero. Poi chi lo sente il Lucchi XD

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  3. Ci può stare. La cosa del "pop", se non ricordo male, l'ho vista in una puntata del programma di Minoli dove faceva il resoconto della "casualizzazione" della musica con l'arrivo delle "canzonette" che cambiarono la situazione e l'approccio della critica, che alla fine dovette accettare l'esistenza di un nuovo filone musicale.

    Anche la seconda versione mi sembra corretta. Considerando i giochi musicali e l'azione interattiva che ne deriva come una "branca" ludica particolare, resa bene da termini come “jouer” e "to play" di altri idiomi che descrivono l'appartenenza all'interattività svolta attraverso strumenti (organici nel caso di Singstar), e azioni che modificano l'ambiente anche su schermo (una musica cambia la situazione mostrata dalle immagini, anche quella di un tizio che salta in salotto con la scopa in mano): se poi ci metti il "toccare" spagnolo diventa legittima a tutti gli effetti quando svolta attraverso uno strumento porTattile come il DS o periferiche dedicate.

    Su cosa sia Layton, xpeter riuscirà ad essere sicuramente più preciso: è un "quiz game alla Hotel Dusk". Una storia di fondo che accompagna la scoperta degli enigmi, con un personaggio o un oggetto ambientale a fare da miccia per la sezione separata che contiene il quiZ(ad esempio clicchi sul campanile e parte il problema dell'orologio).

    quì
    , c'è una guida completa da usare solo in casi estremi perché è spoilerosa e come si può facilmente immaginare in grado di distruggere il gioco.

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  4. mi interessa questo gioco, lo voglio prendere. Tra l'altro sto giusto comletando Ace Attorney e mi serve un nuovo titolo da giocare sull'autobus nella strada casa-lavoro..

    @ Koji: Guitar Hero non si tocca :fermosi:

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  5. Io invece sto pensando di dare una Chance a Hotel Dusk. Lo stile grafico mi intriga troppo. Tra le altre cose, mi è arrivato oggi GTA Chinatown Wars, vi saprò dire.

    Ste GH l'ho messo in forse perchè di fatto non solo non ci ho mai giocato, ma non ho mai neanche visto altri giocarci: mi pare che il pubblico/avatar nello schermo reagisce a come stai andando giusto? YOU-ARE-FAGS! XD

    Si potrebbe estendere la definizione a "tutto ciò che prevede ricevere input da uno schermo". Però così il problema diventa l'opposto, ci si potrebbe far stare dentro quei board game con videocassetta di supporto che andavano di moda nei primi anni 90 XD (comunque "La Strega" era una gran gnocca)

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  6. Pure le VHS con le lezioni di aerobica (o parlavi proprio di quelle?), in pratica il parente retrò del v i d e o gioco Wii Fit.

    L'avventura del misterioso villaggio del mistero dovrebbe andar bene giocata in movimento: se si legge più volte l'enigma si può anche tenerlo "in memoria" e giocare a DS spento ^^

    Su GTA DS, aspetto le impressioni (ma ti hanno dato anche il pennino-bacchetta? Mi sembra che lo fornisca una delle principali catene di distribuzione). Comunque come avevo immaginato da noi sta a 40 euro (arr...)

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  7. niente pennino bacchetta, non negozi qui attorno non ho visto promozioni pubblicizzate, in ogni caso nonostante il mio feticismo per i gadget mi sa che di questi tempi avrei virato comunque per la versione "low cost" di play.com ^^ e dato il prezzo basso (14.99£) e l'ottima recensione di Edge, mi sa che mi concederò all'ingordigia e mi accatto anche Henry Hatsworth

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  8. Solo vagamente correlato a GTA DS, ma nella pagina di Metacritic dedicata al gioco, credo per la prima volta nella storia dela portale è inclusa nella media una testata (virtuale) italiana, nientepopodimenoche... SpazioGames XD

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