
Cara Wonderland Tavern,
ti scrivo due righe per partecipare alla lodevole iniziativa atta a raccogliere in uno spazio dedicato le proposte dei videogiocatori riguardo ciò che vorrebbero trovare all’interno dei loro giochi preferiti. So che in questa lettera dovrei impostare il discorso in maniera più impersonale e professionale anziché parlare della mia quotidianità - che fa tipo quelli che scrivevano nelle riviste anni ’80 e parlavano dei cazzi loro non dicendo niente o quasi dei giochi - però la mia capacità di elaborazione è seriamente compromessa da un caldo torrido che blocca qualsiasi altro tipo di approccio al discorso. Abbi pazienza e prendila come arriva.
L’altro giorno, sempre a causa del caldo di cui sopra, ho notato che il processore del mio PC stava ben un grado e mezzo sopra la media ideale. Pungolato da codesta imperfezione non ho potuto fare a meno di cercare un modo per rimettere a posto le cose, una soluzione trovata nel posizionamento di un ventilatore di fronte il case. Purtroppo l’enorme ventola del refrigeratore meccanico era tenuta su da del nastro adesivo per pacchi che, sempre a causa della calura citata, si è sciolto facendo rovinare tutta la struttura all’interno del case aperto mandando in corto la scheda madre e tutti i componenti che vi erano collegati. Lì per lì ho pensato che avrei potuto dar fondo ai miei risparmi e comprarne immediatamente uno nuovo, poi mi sono ricordato che dovevo ancora pagare un danno causato giorni prima tamponando con un’utilitaria in retromarcia un'altra auto per ben due volte, e ciò nonostante abbia le capacità di andare a marcia indietro per 300 metri su per una strada di montagna sterrata spingendo un rimorchio da diciotto metri fino a parcheggiarlo nel deretano di una moffetta in letargo e soprattutto senza svegliarla. Ora la prima cosa che mi sono chiesto è il perché di questi tristi episodi, trovando la risposta in una sola parola: sfiga!
La sfiga è quella condizione genetica che ti porta in situazioni particolarmente imbarazzanti e assolutamente inspiegabili se non letti considerando la sua presenza. La sfiga identifica una persona, o meglio ne imposta e condiziona le caratteristiche principali. Però non è la sola cosa che definisce cosa si “è” o cosa si diventerà. Lo sfigato non è solo un portatore di codesta malattia, ma anche colui che vi si asproccia in un determinato modo cambiando il suo ”essere” in positivo o negativo in base al tipo di reazione. Poco tempo fa ho rivisto il film American Pie III, dove il protagonista angustiato per l’ennesimo fatto anomalo e imbarazzante appena capitatogli (in breve: super attack usata al posto del lubrificante, una mano incollata ai genitali e l’altra ad una videocassetta porno) esprimeva una semplice considerazione “…continuano a succedermi queste cose.. non ho speranza che le cose cambino…”. Nel consolarlo l’amico gli ha fatto notare di come nonostante tutto ne uscisse ritrovandosi sempre in una situazione migliore di quanto stava prima di uno dei tanti sciagurati eventi. Questo tipo di personaggio è uno sfigato consapevole, ma purtroppo non delle qualità che gli permetterebbero di combattere la sua condizione. Di contro un Fantozzi è uno sfigato inconsapevole che viene annullato dalla sfiga annegando nell’idiozia. Un’altra versione è quella dello sfigato consapevole, ma che si abbandona alla malasorte scegliendo la strada dell’autodistruzione. Infine c’è il cupo sfigato consapevole e razionalmente reattivo, che affronta di petto le difficoltà grazie alla sua determinazione. Costui fuoriesce dalla triste situazione a testa alta mostrando evidenti cicatrici che porta con orgoglio al pari di trofei guadagnati in battaglie che si sono tentate di combattere, anziché intese come menomazioni subite da un avversario fuori sul suo controllo e dalla sua portata. È quest’ultima figura quella a cui aspirare, quel tipo di persona che si vorrebbe diventare o, al limite, “essere anche solo per gioco” magari proprio in un video-gioco.
Ieri sono passato nel blog di Shari e c’era un post dedicato proprio ad uno di questi personaggi, Miles Edgeworth procuratore in Phoenix Wright: Ace Attorney che l’autrice ha giustamente definito “(...) il primo rivale di Phoenix Wright e si erge a innumerevoli altezze sopra tutti gli altri, sempre e comunque, dimostrando una volta di più che i personaggi migliori sono quelli complessi e sfaccettati, che crescono col tempo e mescolano in sé orgoglio e fragilità (...)”.
Questa considerazione ha fatto scattare la scintilla e l'idea di scrivervi e quindi eccoci arrivati al punto: la proposta che tramite voi muovo agli sviluppatori è quella di insistere su questo genere di contenitore, su un “eroe” della quotidianità tale perché affronta a testa alta le avversità nonostante tutte la sfiga di cui è impregnato. Anche vero che non saranno mai reali come le nostre, che nelle vesti di Eddy non dovremo mai avere a che fare con banali pignolerie che distruggono l’oggetto delle nostre attenzioni e probabilmente neanche con i deretani delle moffette, ma ciò non significa che nella sua irrealtà non possa insegnarci qualcosa di vicino ad un modus operanti: e anche non fosse, almeno regalarci un minimo di gratificazione per la riuscita di una reazione auspicata nella quotidianità. "Se non è triste sfigato e vincente non lo voglio...", potrebbe essere questa la sintesi di un desiderio di personaggi più “veri”, più vicini a noi, vulnerabili e con tanta voglia di rivalsa che non serva per forza per sottrarli alla condizione di sfigati, ma che permetta loro di combattere all’interno di quel campo, battaglia su battaglia, di restare in piedi sempre e comunque a prescindere. È solo grazie ai personaggi che fuoriescono dal fango se la vittoria può acquistare quel sapore indimenticabile che chiunque dovrebbe provare almeno una volta, anche solo per gioco.
ti scrivo due righe per partecipare alla lodevole iniziativa atta a raccogliere in uno spazio dedicato le proposte dei videogiocatori riguardo ciò che vorrebbero trovare all’interno dei loro giochi preferiti. So che in questa lettera dovrei impostare il discorso in maniera più impersonale e professionale anziché parlare della mia quotidianità - che fa tipo quelli che scrivevano nelle riviste anni ’80 e parlavano dei cazzi loro non dicendo niente o quasi dei giochi - però la mia capacità di elaborazione è seriamente compromessa da un caldo torrido che blocca qualsiasi altro tipo di approccio al discorso. Abbi pazienza e prendila come arriva.
L’altro giorno, sempre a causa del caldo di cui sopra, ho notato che il processore del mio PC stava ben un grado e mezzo sopra la media ideale. Pungolato da codesta imperfezione non ho potuto fare a meno di cercare un modo per rimettere a posto le cose, una soluzione trovata nel posizionamento di un ventilatore di fronte il case. Purtroppo l’enorme ventola del refrigeratore meccanico era tenuta su da del nastro adesivo per pacchi che, sempre a causa della calura citata, si è sciolto facendo rovinare tutta la struttura all’interno del case aperto mandando in corto la scheda madre e tutti i componenti che vi erano collegati. Lì per lì ho pensato che avrei potuto dar fondo ai miei risparmi e comprarne immediatamente uno nuovo, poi mi sono ricordato che dovevo ancora pagare un danno causato giorni prima tamponando con un’utilitaria in retromarcia un'altra auto per ben due volte, e ciò nonostante abbia le capacità di andare a marcia indietro per 300 metri su per una strada di montagna sterrata spingendo un rimorchio da diciotto metri fino a parcheggiarlo nel deretano di una moffetta in letargo e soprattutto senza svegliarla. Ora la prima cosa che mi sono chiesto è il perché di questi tristi episodi, trovando la risposta in una sola parola: sfiga!
La sfiga è quella condizione genetica che ti porta in situazioni particolarmente imbarazzanti e assolutamente inspiegabili se non letti considerando la sua presenza. La sfiga identifica una persona, o meglio ne imposta e condiziona le caratteristiche principali. Però non è la sola cosa che definisce cosa si “è” o cosa si diventerà. Lo sfigato non è solo un portatore di codesta malattia, ma anche colui che vi si asproccia in un determinato modo cambiando il suo ”essere” in positivo o negativo in base al tipo di reazione. Poco tempo fa ho rivisto il film American Pie III, dove il protagonista angustiato per l’ennesimo fatto anomalo e imbarazzante appena capitatogli (in breve: super attack usata al posto del lubrificante, una mano incollata ai genitali e l’altra ad una videocassetta porno) esprimeva una semplice considerazione “…continuano a succedermi queste cose.. non ho speranza che le cose cambino…”. Nel consolarlo l’amico gli ha fatto notare di come nonostante tutto ne uscisse ritrovandosi sempre in una situazione migliore di quanto stava prima di uno dei tanti sciagurati eventi. Questo tipo di personaggio è uno sfigato consapevole, ma purtroppo non delle qualità che gli permetterebbero di combattere la sua condizione. Di contro un Fantozzi è uno sfigato inconsapevole che viene annullato dalla sfiga annegando nell’idiozia. Un’altra versione è quella dello sfigato consapevole, ma che si abbandona alla malasorte scegliendo la strada dell’autodistruzione. Infine c’è il cupo sfigato consapevole e razionalmente reattivo, che affronta di petto le difficoltà grazie alla sua determinazione. Costui fuoriesce dalla triste situazione a testa alta mostrando evidenti cicatrici che porta con orgoglio al pari di trofei guadagnati in battaglie che si sono tentate di combattere, anziché intese come menomazioni subite da un avversario fuori sul suo controllo e dalla sua portata. È quest’ultima figura quella a cui aspirare, quel tipo di persona che si vorrebbe diventare o, al limite, “essere anche solo per gioco” magari proprio in un video-gioco.
Ieri sono passato nel blog di Shari e c’era un post dedicato proprio ad uno di questi personaggi, Miles Edgeworth procuratore in Phoenix Wright: Ace Attorney che l’autrice ha giustamente definito “(...) il primo rivale di Phoenix Wright e si erge a innumerevoli altezze sopra tutti gli altri, sempre e comunque, dimostrando una volta di più che i personaggi migliori sono quelli complessi e sfaccettati, che crescono col tempo e mescolano in sé orgoglio e fragilità (...)”.
Questa considerazione ha fatto scattare la scintilla e l'idea di scrivervi e quindi eccoci arrivati al punto: la proposta che tramite voi muovo agli sviluppatori è quella di insistere su questo genere di contenitore, su un “eroe” della quotidianità tale perché affronta a testa alta le avversità nonostante tutte la sfiga di cui è impregnato. Anche vero che non saranno mai reali come le nostre, che nelle vesti di Eddy non dovremo mai avere a che fare con banali pignolerie che distruggono l’oggetto delle nostre attenzioni e probabilmente neanche con i deretani delle moffette, ma ciò non significa che nella sua irrealtà non possa insegnarci qualcosa di vicino ad un modus operanti: e anche non fosse, almeno regalarci un minimo di gratificazione per la riuscita di una reazione auspicata nella quotidianità. "Se non è triste sfigato e vincente non lo voglio...", potrebbe essere questa la sintesi di un desiderio di personaggi più “veri”, più vicini a noi, vulnerabili e con tanta voglia di rivalsa che non serva per forza per sottrarli alla condizione di sfigati, ma che permetta loro di combattere all’interno di quel campo, battaglia su battaglia, di restare in piedi sempre e comunque a prescindere. È solo grazie ai personaggi che fuoriescono dal fango se la vittoria può acquistare quel sapore indimenticabile che chiunque dovrebbe provare almeno una volta, anche solo per gioco.
6-1 2-1 9-2 5-3 3-2 3-2
DISCLAIMER
Riferimenti a fatti e personaggi realmente esistenti sono puramente casuali (a parte le citazioni).
Prima, durante e dopo la stesura di questo scritto nessun orifizio di nessuna moffetta è stato violato da qualsivoglia rimorchio o similia.
Nomura?
RispondiEliminaLa chiave è il cellulare, il primo numero corrisponde al numero del tasto il secondo alla posizione della lettera che si trova sopra. Volevo solo aggiungere una ciliegina stramba allo strambo post xD
RispondiEliminaAh c'era un codice? XD
RispondiEliminaNo dicevo, i personaggi di Nomura non si addicono abbastanza ai tuoi bisogni?
Forse non più o non tutti, non sempre e non abbastanza. I suoi personaggi hanno un tipo di sfiga troppo scontata e stereotipata. È come se per fare dei personaggi sensibili che riescano a piangere li disegnassero sottoforma di bebè o perché appaiano sexy e libidinosi tutti costruiti intorno alla figura di una coniglietta di playboy o ancora per quella di “macho” un contenitore “buttafuori bodybuilder”. Se si vuol dare profondità e maggiori possibilità di creare un contesto credibile (pur se fantastico) si dovrebbe lavorare prima di tutto sugli avatar abbandonando molti stereotipi... magari anche solo per utilizzarne degli altri altrettanto preconfezionati, però “nuovi” per il videoludimondo, più complessi con più sfumature e sfaccettature. Prima di una buona storia servono dei protagonisti all'altezza in grado di raccontarla\interpretarla in maniera credibile.
RispondiEliminaParafrasando Bittanti che auspicava un Nobel per gli sviluppatori, io punto su un Oscar per la miglor interpretazione vinto da un personaggio dei videogiochi entro il 2024 ^^