
Ottima serie politico-militare che riesce ad unire la fase burocratica del puro incontro/scontro verbale a quella dell’azione sul campo, rendendole interessanti allo stesso modo. Non manca la retorica e la propaganda del caso, ma a differenza di altri tentativi il tutto è messo su un piano più umano, il che permette di offrire delle risposte che hanno una loro logica (per citarne una: le forze speciali salvano i nemici inermi oltre che per il solito motivo d’empatia, perché hanno spezzato talmente tante vite che quando li si presenta l’occasione di salvarne qualcuna devono coglierla al volo).
I tanti temi affrontati sono tutti legati all’attualità, dalla guerra in Iraq a quella del terrorismo interno per arrivare all’ingerenza degli Stati Uniti in ogni affare che riguarda il resto del mondo, mostrato sempre come inferiore anche se con un rispetto (almeno quella forma che si riserva quando ci sente al di sopra di tutti). Temi che riguardano le violazioni delle regole come le operazioni militari fuorilegge o civili come spiare i concittadini attraverso il Grande Fratello, sono affrontati con uno spirito d’inevitabilità. Altri come la tortura vengono invece presentati come punti fermi inviolabili a cui non si può mai cedere (da antologia l’intervento irato di Dennis Hopper - a capo della divisione ed ex prigioniero in Vietnam - riguardo l’argomento).
Come capita sovente nelle serie tv, i fatti del tema principale sono tenuti insieme da quelli privati e personali. In questo caso riguardano la famiglia dei soldati e dei civili che lavorano nell'anello più esterno del Pentagono, la carriera e gli immancabili siparietti da soap opera dei rapporti semi platonici fra colleghi. Anche questo collante funziona permettendo di mantenere alta l’attenzione fra un episodio e l’altro e una certa continuità narrativa (nonostante possano essere fruiti singolarmente senza problemi).
Il grande Dennis Hopper insieme al tenente colonnello Benjamin “Tisnewski” Bratt rappresentano le punte di diamante di un cast all’altezza, dove una coprotagonista come il sergente Jocelyn Pierce (Aunjanue Ellis) o l’assistente al ministro della difesa Samantha Liston (Kelly Rutherford) riescono a ritagliarsi i giusti spazi e ad emergere nonostante il ruolo di comprimari.
Ottima serie che intrattenendo permette di riflettere su alcuni temi scottanti dell’attuale politica statunitense. Nonostante alla fine si rimanga inevitabilmente del proprio parere, è comunque un degno interlocutore che riesce a mostrare dei problemi reali insieme alle solite giustificazioni scontate e l'azione Ramboica delle forze speciali, ma soprattutto insieme ad altre argomentazioni più articolate e a loro modo sensate. Da recuperare per chi avesse perso la prima stagione quasi terminata su rai2 (ultima puntata sabato 7 con la seconda parte del finale); unica per ora visto che come vuole la tradizione quando un prodotto tv è di una certa qualità, non genera quasi mai un numero sufficiente di ascolti.
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