by VicRattlehead
Videogioco dedicato a Bud Spencer e Terence Hill ed ai loro
vecchi film, finanziato con successo a fine 2016 su Kickstarter; l’impostazione
è quella dei beat’em up da sala anni ’90 dove si procede in maniera univoca da
sinistra verso destra con giusto qualche minigioco a variare un po’ la
situazione ma, da buon gioco indie della decade corrente, il titolo non
disdegna di proporre una campagna sufficientemente articolata da circa 4-5 ore
cercando al contempo di aggiungere qualche variazione sul tema tipo una fase
stealth piazzata verso la fine del gioco e un paio di sezioni di guida;
purtroppo quanto sopra indicato oltre ad essere il tratto distintivo del gioco
ne è anche il suo principale difetto, ovvero il fatto di volere tenere il piede
in due staffe: come beat’em up “vecchia scuola” non ha un sistema di
combattimento abbastanza profondo e presenta livelli troppo lineari, lunghi e
popolati di nemici che assorbono veramente troppi colpi per andare al tappeto
generando un’esperienza fin troppo diluita ma come indie moderno manca della
ciccia che giustifichi il prezzo di 20€ al di fuori della sola bellezza grafica
visto che il gioco manca di qualsivoglia modalità di gioco alternativa alla
campagna -che già di suo non invoglia a farsi rigiocare- e perfino i minigiochi
non sono rigiocabili separatamente.
Il mio parere è che sia comunque un titolo che merita di
essere provato per l’amore smisurato che vi è stato riversato ma che una volta
terminato lascia un po’ di retrogusto amaro per un risultato finale che è una
via di mezzo che non soddisfa nessuno dei due tipi di pubblico e che
difficilmente porterà il gioco a farsi rigiocare.
Twin stick shooter che un paio di anni fa ha rappresentato
il tentativo di 3D Realms di rilanciarsi sul mercato con un gioco che
inizialmente avrebbe dovuto fare parte della saga di Duke Nukem e di cui non
a caso eredita un certo tipo di
caratterizzazione caciarona.
Questo gioco ai tempi della sua pubblicazione ha sofferto
principalmente di due cose: 1) le pioggia di recensioni negative che lo hanno
accompagnato al lancio; 2) il prezzo non proprio amichevolissimo di 39,90€; laddove
il primo punto si spiega con la classica corsa alla recensione fatta su una build
fallata fixata al lancio del gioco che ha portato molti recensori a giocare
fondamentalmente una versione del gioco non definitiva, il secondo punto è
invece più “oscuro”, nel senso che la mancanza di un marketing robusto non ha
dato bene l’idea al pubblico della portata del progetto e del perché avrebbe
potuto rientrare in quella fascia di prezzo: il gioco è caratterizzato da
livelli ENORMI e pieni di nemici da abbattere e lo shooting è accompagnato da
un sistema simil-RPG dove si acquisisce esperienza e livellando si possono
migliorare sia le statistiche di Shelly “Bombshell” Harrison (la protagonista)
che quelle delle sue armi, di cui si può scegliere e migliorare anche il
sistema di fuoco secondario; purtroppo però, l’esperienza si infrange sui
difetti che sono presenti nel gioco: i nemici sono pochi generando poca varietà
di situazioni e questo misto ai livelli enormi tende a rendere l’esperienza
ripetitiva e diluita; le sidequest sono poche, poco ispirate e costringono
spesso al backtracking (come se un gioco così grosso ne avesse bisogno);
ciliegina sulla torta: nonostante alcuni aggiornamenti il gioco a distanza di
un paio d’anni è ancora piagato da freeze, crash e glitch di ogni sorta.
La campagna mi ha rischiesto una quindicina d’ore per essere
portata a termine e sono convinto che anche rushando almeno 9-10 ore siano
necessarie. Purtroppo dati i difetti di cui sopra il tempo non è tutto speso
bene e l’impressione è che gli sviluppatori abbiano puntato troppo in alto per
questo progetto e che avrebbero dovuto lavorarci su di più o al limite ridurre
la portata e fare un gioco più “condensato”; il team aveva grandi progetti per
questa IP (si parlava di una conversione console e di un prequel FPS) ma è
fallito questo Febbraio quando ancora dovevano buttare fuori patch 1.3 che
avrebbe dovuto aggiungere feature importanti come la selezione del livello a
gioco finito.. sono però riusciti non so come a ripartire con una nuova ragione
societaria e stanno continuando a lavorare sia a questo progetto che all’altro
che hanno realizzato parallelamente (Rad Rodgers), vedremo se in futuro
arriveranno altre notizie.
FPS fantasy simil-Heretic/Hexen (da cui la versione PC
eredita addirittura i trucchi) che segna il mio personale ritorno su One dopo
mesi passati sulla sola PS4, specialmente per quel che riguarda gli indie; si
tratta di un titolo scatolato con distribuzione regolare ad opera di Soedesco a
cui le statistiche di Xbox dicono che ho dedicato una trentina d’ore.
Un apprendista deve superare la sua prova di iniziazione e
questa consiste nell’attraversare i piani della ziggurat del titolo tempestati
di nemici e trappole di ogni sorta; oltre a bonus, malus, magie, trappole e
mostri assortiti non mancano elementi rougelite come il permadeath e la
generazione procedurale dei livelli che ovviamente rappresenta come sempre in
questi giochi un’arma a doppio taglio dato che possono rendere ogni partita
insormontabilmente ostica o stupidamente facile. Ciò che dà a questo titolo una
marcia in più sono principalmente due caratteristiche: la prima è che c’è una
modalità facile che permette anche ai negati come me di giocare e godersi il
titolo (a me questo genere di giochi piace parecchio ma sono veramente una
pippa astronomica a giocarci) e la seconda è che c’è un considerevole numero di
potenziamenti e sbloccabili di ogni sorta per cui ad ogni partita si diventa
realmente più forti pur ricominciando da capo ogni volta, il che può essere
visto sia come una buona progressione che come una necessità di farmare
potenziamenti a seconda dei punti di vista. Come unico vero difetto a margine
segnalo invece la tendenza del gioco a freezare temporaneamente in certi
frangenti, in particolare quando vengono effettuate le creazioni di stanze o di
ondate di mostri, non sono nulla che impediscano di giocare ma sono frequenti e
di conseguenza fastidiose.
In definitiva io il gioco lo promuovo perché ho finito per dedicarvici
molto più tempo di quello che avevo inizialmente previsto per la sua accessibilità
superiore alla media che lo rende anche consigliato come titolo “d’ingresso”
per i principianti del genere.
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