Parlare di "goduria" nel centrare i bersagli risponde indirettamente alla questione del coinvolgimento emotivo; banalmente se ti diverti a sparare come faresti al tiro a segno di un Luna Park, non puoi parlare di suggestione, tanto meno di dramma. "Emozioni" come peculiarità di questo prodotto che per distinguersi ha cercato di generarne di negative, vicine a quella che si proverebbero in uno scenario di guerra.
Il risultato tende vagamente al malinconico in alcune occasioni, ma non riesce ad andare oltre. Tra gli elementi del tentativo ci sono vecchi escamotage non sempre all'altezza come i diari audio distribuiti nelle varie locazioni che raccontano i fatti precedenti al nostro arrivo, un modo quasi sempre approssimativo e surreale perché sparsi in maniera palesemente artificiosa (parliamo dei famosi collezionabili "nascosti nei punti più impensabili)). Il problema principale che causa una mancanza di credibilità deriva dai protagonisti della vicenda verso cui dovremmo provare del rimorso; piuttosto che umani sembrano dei burattini stronzi che non fanno altro che cercare d'uccidere i burattini di cui tiriamo le fila e, nel caso, i danni collaterali legati alla morte d'innocenti sono quasi sempre involontari. Bot senz'anima alla pari di tutti gli altri bot carne da macello presenti negli altri videogiochi, dai funghetti di Mario, alle chimere di un Resistance. Avere la skin simile (stessa divisa USA dei protagonisti) diventa fin da subito un fatto relativo; ci sparano addosso e rispondiamo al fuoco. Noi siamo pur sempre i "buoni" anche mentre compiamo azioni "cattive" che altro non sono che meccanismi d'autodifesa; se non reagisci è game over.
Anche fossero riusciti a rendere più umani i bot da contrastare, a causa del contesto sarebbe mancato ugualmente lo spunto che avrebbe generato empatia. Sei un soldato, scegli di essere un soldato, passi gran parte del tempo ad allenarti per utilizzare al meglio un'arma che ammazza la ggente, il minimo che possa capitarti nella vita è dover ammazzare la ggente, il miglior modo farlo per autodifesa, per una questione di sopravvivenza. Insomma, a 'sto SpeOps mancano proprio le basi per farti soffrire dentro; non interpretiamo pompieri costretti a diventare piromani, ma i soliti piromani esaltati (in entrambi i sensi) e basta. Che poi sia una spanna sopra gli altri giochi guerrafondai per il modo in cui affronta l'argomento bellico, gli può essere concesso solo perché i giocattoli simili che circolano oggi, sotto l'aspetto della veridicità sono profondi quanto una pozzanghera.
Il gioco-giocato si svolge attraverso una lunga marcia suddivisa nelle solite tappe segnalate dai checkpoint, verso un non meglio identificato centro della vicenda; il mistero misterioso che spinge a sbirciare l'area successiva dello stesso "enorme" ambiente, per la maggior parte del tempo tutto uguale per palette e struttura. Noi dentro il nostro avatar a capo di due seguaci a cui si possono impartire ordini limitati (spara a quel tizio che potrei sparare anch'io volendo ma non mi va, spara a quell'altro che mi devo accendere una cicca) con un meccanismo che risulta in gran parte trascurabile; in sostanza abbiamo a che fare con i soliti bot che, oltre a fare da spalla per raccontare la vicenda attraverso dialoghi discretamente doppiati in italiano, sono più un impiccio da gestire che un aiuto concreto. Le armi abbondano, le solite classiche (tiro corto, lungo, lunghissimo, più granate assortite), i nemici pure che parlano molto, parlano inutilmente, si espongono a volte sì, altre ancor di più, attaccano in versione orda, qualche volta "a sorpresa" dall'alto. E nulla più a parte qualche episodio che prova a mostrare sprazzi di originalità, ma essendo più unici che rari non è il caso di spoilerarli. Ci sarebbe la co-op offerta gratuitamente attraverso una patch che dovrebbe concedere la possibilità di sparamazzare assieme a un amico in alcuni episodi particolari (non per tutta la vicenda single player) e il multiplayer online; non avendoli provati non posso dirne niente (nel caso aggiungerò delle note nei commenti).
In finale non è inferiore ne superiore ad altre giocate di genere TPS, da Kane&Lynch a Binary Domain, da sprazzi di single player di un Medal of Honor, a sezioni visivamente povere di un Uncharted o altro sparamuretto a caso. Non mi è dispiaciuto giocarlo. Come esordito nel post penso che "spararci dentro" sia divertente il giusto; le armi funzionano, le situazioni pur sempre uguali offrono qualche spunto per metterci alla prova pad in mano.Dal punto di vista emotivo se non l'avessi conosciuto come titolo dalla "vicenda drammatica", avrei goduto della situazione un pizzico in più, almeno all'inizio per via dell'effetto sorpresa. Anche vero che se non l'avessi conosciuto come potenziale esperienza di guerra verosimilmente drammatica, non l'avrei mai giocato. Buon intrattenimento per riempire le serate a base di armi finte in mano, qualche momento da ricordare in sede di revisione o tra gli episodi del mondo videogiocoso tutto e chiusura di ciance con voto sette d'ordinanza, senza lode e senza infamia.
Il problema di questa generazione è che le produzioni di "seconda fascia", anzichè puntare su altre carte, ad esempio un level design più articolato o comunque un approccio più classico (che di questi tempi sarebbe alternativo), seguono esattamente la stessa strada di linearità e set-piece (e spesso pseudo-realismo bellico) dei tripla A. Solo che risultano invaribilmente peggiori perchè i valori di produzione sono inferiori.
RispondiEliminaNon se il discorso valga interamente anche per questo Spec Ops - a giudicare dalla demo, mi verrebbe da dire di sì.
Discorso che m'interessa. La risposta secca è "sì" rientra fra quelli che scimmiottano, però vorrei precisare. L'esistenza di giochi "discreti" non è un male. Capisco che si voglia giocare sempre il meglio che teoricamente potrebbe offrire l'attuale fornace videoludica, però realisticamente uno scenario di continui best seller sarebbe impossibile. E già che ci siamo diciamocela tutta: quale sarebbe quest'attuale fantomatica qualitÀ che supera il livello del discreto in questo genere, quella ottenuta con i megainvestimenti? Tutti i single player dei blasonati giochi online, da CoD a Battlefield, sono unanimemente riconosciuti come prove videoludiche scarne quando va bene, feccia plus quando va male, eppure sono "assolte", addirittura elevate a prodotto da tripla A nel contesto del gioco completo. È proprio l'azione sparacchina da soli contro bot ad essere oggigiorno svalutata, ad avere pochi contributi di valore, di conseguenza se vien fuori un titolo basato solo su questa pratica, tra l'altro onorabilissima e alla portata di tutti a differenza del multy, le quotazioni partono al ribasso già dall'annuncio in fase di sviluppo; in sostanza, investirci sopra capitali per saltare il fosso del discreto non converrebbe a prescindere (prendiamocela con la massa, una volta tanto colpevole senza appello). SpecOps ha "anche" la modalità multy, ma a detta dei proprio creatori è stata un'imposizione e i risultati mediocrerrimi si possono toccare con mano; in ogni caso non viene "spacciato" come prodotto multy.
RispondiEliminaPer la struttura in se, in un Bioshock è stato apprezzato il tentativo di raccontare qualcosa da dietro un fucile, è quasi normale che si tenti la stessa strada per raccontare dell'altro con la stessa formula. Alla fine questa Dubai disastrata è Rapture fuori controllo, ne più (in quanto a mera giocabilità) ne meno (corridoi di pareti d'acqua versus corridoi con pareti di sabbia con omino in sottofondo ad accompagnarci via radio). Nel caso abbiamo due giochi discreti, il primo osannato, il secondo meno, ma pur sempre di fascia discreta, quanto accettabile, stiamo parlando. Non si riesce ad andare oltre; chi l'ha fatto come Vanquish o Uncharted, hanno toccato altri tasti, il primo nella tecnica "classica" e moderna perché oggi non se la fila nessuno come ben dici, il secondo nella resa cinematografica utilizzando capitali che pochi possono permettersi senza offrire niente di realmente nuovo, anzi meglio, utili solo a nascondere il "niente di relativamente nuovo".
Comunque il tentativo di sceneggiare del dramma in SpecOps non è del tutto fallito, è che il videogioco basato sul mero ammazzare proprio non gliela fa. Ad esempio a me ha sempre provocato senso di colpa eliminare i soldati di un MGS, perché c'era l'alternativa, perché uccidere era da selvaggi e non da evoluti combattenti in grado di usare l'ambiente circostante e la propria materia grigia per evitarlo. Qui no, hai il fucile e per forza devi sparare, non hai alternative. Come non ne avevi in Bioshock.
Mi sa che non ci siamo capiti; mica il senso era la pretesa che tutti i giochi siano il "massimo della vita" in termini di qualità derivante dai valori di produzione.
RispondiEliminaIl senso è che anche i titoli a budget inferiore mancano sistematicamente l'occasione di proporsi in maniera comunque significativa con qualcosa di diverso "filosoficamente", aggirando l'ostacolo di un confronto impari - anche nel senso di mera bravura nel puro game design, dato che di sicuro i Mikami non nascono tutti i giorni. Potrebbero offrire la possibilità di giocare a qualcosa di più interessante a chi non ne può più dell'ottica con cui sono confezionati i blockbuster, invece nulla, si muovono per lo più nello stesso solco.
Comunque, l'alternativa a "sparacchiare e basta" non è solo quella di "sparacchiare con un background narrativo più significativo della media", eh.
Bioshock non è il massimo come componente shooter stretta, ma un minimo di level design supplementare che lo possa accostare al quello a cui aspiro io ce l'ha. Almeno lì devi battere la mappa, inforcare qualche bivio per trovare espansioni\munizioni\potenziamenti.
Non dico sviluppi come vorrei, ma non è della stessa pasta di uno Spec Ops.
Gli FPS\TPS di un tempo non potevano contare sulla sofisticazione grafica\meccanica, per cui puntavano anche su altre componenti, erano ibridi e si facevano forti di una certa astrattezza, non erano la roba monotematica da encefalogramma piatto che sono oggi.
Io parlo di un'altra diversificazione, a costo materiale zero. Non me ne faccio niente di questa roba "discreta", che poi è la versione dei poveri dei "tripla A", in alternativa ai "tripla A" stessi.
Se ci sono delle "casualate" che avrebbero "rovinato" la generazione non sono da cercarsi in Wii Fit, Book of Spells o minchiate kinetiche varie, ma nella suddetta roba da encefalogramma piatto spacciata come esperienza per "hardcore" solo perchè sfrutta una configurazione a doppio analogico e quattro dorsali o c'ha il bel motore grafico.
Alla fine pretendere varietà anziché qualità non cambia di molto il dicorso; si tratta pur sempre di non accettare l'attuale produzione così com'è proposta.
RispondiEliminaIl problema nel darti ragione è che in quel caso non si potrebbe più giocare e forse neanche proporre più nulla di videogiocoso a livello di chiacchiera al di fuori di due, tre titoli riusciti all'anno, perché il giochetto scemo impera e il solo parlarne alimenta la sua presenza e relativa idiozia. Il punto è che attualmente questo passa il convento. È un discorso che facciamo da anni, di solito sulla scia della mia proposta di giocare questo o quell'altro clone e del tuo rifiuto schifato, come a sto giro. Rifiuto a cui hai dato un senso incontestabile, condivisibile a livello di ragionamento, ok, però come se ne esce, cioè quali sono le alternative?
Non è che se giochi a SpecOps stai rubando tempo ad altre partite più degne. Se evitare di giocare e indirettamente sponsorizzare il discreto a base di fuffa risolvesse le cose, capirei la tua severa posizione riguardo l'imperfezione clonata, ma oggi se non tocchi il clone discreto ti ritrovi i pollici disoccupati per gran parte del tempo.
Ripeto, da quanto proponi come motivazioni per rigettare questa tipologia di prodotti, si tratta di un rifiuto sensato, però anche rifiuto e selezione che ti tiene fuori dai giochi più di quanto ti tengano dentro quelli che consideri oggi videoludicamente accettabili.
Ma infatti, sto rivalutando seriamente la filosofia del "meglio niente", perchè in effetti se mi limitassi al reale interesse potrei giocare quei tre\quattro giochi all'anno e impiegare altrimenti il resto del tempo destinato al videoludo superfluo.
EliminaSpecie dopo Mass Effect 3 (e Soul Calibur 5, e Deadlight e altra roba inutile che m'è passata per le mani), voglio dare un giro di vite alle giocate per inerzia che derivano dagli acquisti "perchè è sceso parecchio di prezzo" o "perchè è quello che passa il convento in questo periodo".
Ci tengo a precisare Max, non volevo assolutamente rimproverare nulla alle giocate altrui, ci mancherebbe; è uno sfogo mio personale contro lo stato del panorama videoludico attuale, poi questa tiritera dell'approccio old school andato a farsi benedire ogni tanto mi viene fuori in concomitanza di certe sessioni di retrogaming catartico (Turok Dinosaur Hunter FTW! xD).
Se non altro è un buon momento per scegliere la via della qualità, con l'attuale generazione in declino e la prossima che scalda i motori, si tratta di un periodo solitamente pregno di prodotti buttati fuori in fretta e furia, per non perdere il treno zeppo di passeggeri nel primo caso, per acchiappare i primi passeggeri più propensi ai compromessi nelle prime fasi del secondo.
EliminaPer l'altro appunto, sì, so che raramente ne fai una questione personale, però la logica è maledetta e considerando giusti certi discorsi, è un attimo arrivare all"outing" con la conseguenza di ritrovarsi tra la massa che si accusava di "rovinare" il videogheim ^^' Capitato altre volte qui nel WT, soprattutto da parte del malefico Koji che t'illuminava la via rompendo le certezze che avevi ricavato dal solo tatto. Non è colpa di nessuno se non della verità (maledetta verità aggiungerei).
Toh, gli ho fatto pure il video infimo con cellulare xD
RispondiEliminaBel video, tutto molto retrò di classe, il filmato via attrezzo di discutibile fattura, ne aumenta il fascino rendendolo un contributo onirico in tutti i sensi. Personalmente alla terza svolta mi sono perso, perciò stima infinita a tutti i dotati di normo-orientamento. La lode al sistema retrogaming inserita in un contesto moderno, è parte del filo conduttore di quel "Player One" citato nel post degli e-book, ma non te lo consiglio; con la banalità che occorre sopportare per arrivare a quelle parti e la tua attuale avversione per i figli del discreto, è possibile che possa lesionarti gravemente l'anima xD
EliminaRitornando al gioco giocato, i trofei sono alla portata del chiunque, ad esclusione di quello ottenibile completando la campagna alla massima difficoltà, a causa di una vulnerabilità frustrante e malevola del protagonista Alcuni negano la sua presenza dando degli imbranati a chi la ritiene troppo elevata; personalmente non penso di provarci, almeno non nell'immediato quindi non saprei chi ha ragione.
RispondiEliminaIn finale il da dare diede al primo giro e smozzicate dei capitoli per racimolare qualche documento tra i collezionabili (me ne mancano tre). Mi resta da provare solo la co-op; oggi scarico la patch che l'attiva e vedo se si può avviare scegliendo partite casuali, in caso contrario passo e chiudo non avendo nessuno in lista in possesso di SpecOps.
Ho provato la cooperativa via patch gratuita. C'è un matchmaking automatico quindi, per rispondere al dubbio del precedente commento, può essere giocato a prescindere dalla lista amici.
EliminaCom'è? Mhbo, diciamo buona, al solito sparacchiare sull'orda assieme ad un altro giocatore senziente può essere uan pratica divertente. Purtroppo mancano gli stimoli, ne un obiettivo da sbloccare, ne premi legati alla riuscita dell'impresa, ne soprattutto un'eventuale classifica da scalare. Non permette di attraversare la storia per intero (si tratta di affrontare singoli episodi estrapolati dal contesto), non offre alcuno stimolo extra per averci a che fare. A malincuore, modalità ignorabile; motivazione aggiuntiva per sparacchiare in questo TPS, mancata.