martedì 15 luglio 2008

[Bellerrimi] Io, Robot

USA, 2004 FantAction

Alex Proyas, regista del capolavoro Il Corvo si è messo al timone di un fanta-thriller ispirato alle tre leggi della robotica di Asimov. Il film racconta l'effetto collaterale di tre norme così perfette da funzionare in maniera disastrosa quando inserite nel contesto dell'imperfetta società umana. È proprio il contrasto fra la straordinarietà della tecnologica e la normalità dei suoi creatori a riprodurre un ambiente di difficile convivenza, costruito all’interno di un’ipotesi che nonostante sia immaginata in un tempo molto lontano dal nostro risulta più che mai attuale.
Nella metropoli futurista si respira la stessa malinconia che si può provare in un reparto di geriatria dove il "vecchio uomo" ha bisogno di essere assistito in ogni sua funzione quotidiana, con l’unica differenza che "l’anziano" del film è in quelle condizioni per scelta piuttosto che per un’effettiva esigenza pratica. Avendo abbandonato ogni pretesa di autonomia in favore della dipendenza più assoluta dalle macchine, ne è succube tanto da non poterne fare a meno con la conseguenza di subire le angherie provocate da un comportamento poco consono secondo le "assistenti artificiali" a cui si è donato. Le battute dei protagonisti cercano di criticare questa condizione in ogni loro pacata manifestazione e nonostante l’humour che le caratterizza, al loro interno nascondono serissime riflessioni che presto o tardi anche noi nella nostra realtà saremo costretti ad affrontare. Si va dalla sindrome del controllo dei regimi totalitari (in sintesi ogni azione che comprenda la locuzione "Ti ‘Castro’ per il tuo bene…"), all'inquietudine generata dal diverso (la paura figlia dall’ignoranza). Si salta dalle perplessità sull'eccessiva invadenza della tecnologia nel nostro quotidiano (anche a livello fisico), a disquisire sul motivo dell'esistenza, dello scopo, ma soprattutto delle modalità in cui portarla avanti (libertà di sceglierne il modo su tutto).
Tecnicamente è lodevole con degli effetti speciali al servizio della storia e quasi indistinguibili dal resto della scenografia dando al tutto una parvenza di credibilità, soprattutto unita alla buona caratterizzazione dei personaggi artificiali che rende veramente faticoso riuscire a considerare quelle amabili e inquietanti creature delle semplici riproduzioni digitali. Grazie a loro e ad un protagonista in forma come il Will Smith di questo film, possiamo avere disponibili tutti i tasselli necessari ad ottenere un mirabile prodotto d’intrattenimento e riflessione.
Nonostante si tratti del classico blockbuster hollywoodiano, non è facile cogliere in un’unica volta tutto ciò che Io, Robot è in grado di regalare allo spettatore più attento. Chiunque almeno una volta nella sua vita abbia associato un termine sentimentale ad una macchina, non potrà fare a meno di condividere il piacere di un primo passaggio che gratifichi l’irrazionalità di un sogno e un'eventuale seconda visione per coglierne tutte le implicite riflessioni.

2 commenti:

  1. Uno dei pochi film che ho visto al cinema ^^ piacevole ma sinceramente non ci ho trovato nessun significato particolare.

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  2. Mhm potrei anche averci visto più di quanto effettivamente c'era, forse accecato dall'idolatria nei confronti dell'autore del primo e unico Corvo cinematografico... però dai, se pensi a quante milioni di persone vedono "cose" nel libro più venduto al mondo, non sono neanche evicino ai più grandi visionari. Insomma, nel caso, mi si può perdonare questo peccatuccio del forzare le cose (questa autodifesa è da scomunica xD)

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