venerdì 25 aprile 2008

[Delirium] Viaggi Allucinogeni [maxlee]

A volte ho davvero l’impressione che i videogiochi siano uno stupefacente. Non lo intendo nell’accezione negativa del termine, quella che lo vuole portatore di conseguenze nefaste come la dipendenza e la degenerazione organica; lo intendo proprio come strumento che permette di prendere il volo, quella sostanza che ti distacca dalla realtà portandoti là dove tutta la consapevolezza di essere un ammasso di carne&ossa diviene un qualcosa di più poetico. Un argomento che fin da quando ho iniziato a parlare di videogiochi mi ha affascinato e che ciclicamente ritorna perché ciclicamente le prove che codesto mezzo sia utile a quel tipo di diversione me le ritrovo fra i piedi.

Prendiamo l’hype ad esempio, quella dannata condizione di pre-parto che ti fa aspettare un qualcosa, che ti fa spazzare un antro del tuo io creando uno spazio che accolga “quella roba nuova e buona che questa volta ti farà sbarellare come non mai”. In questi giorni mi sono sparato senza ritegno tutti i thread che ho trovato su GTAIV e su The World Ends With You. Dio, certe affermazioni che vi ho trovato sono state allucinanti e a loro volta mi hanno allucinato portandomi per mano a sognare un sogno, una situazione comune agli hardcore gamer che può servire come prova che confermi la similitudine di cui parlo. Si va fuori di testa (ergo, dalla realtà) già prima di possedere la sostanza, con un effetto di pre-assunzione che ha dello straordinario. Gente che implora il commesso di passargli la pasticca GTA prima della sua uscita ufficiale, gente che brama il viaggio in un modo che ha dell’inconcepibile se non si è mai stati della partita, gente che ordina all'estero così da averla anche se non è ufficialmente commercializzata. Sentinelle in attesa del messia che in cima a diverse colline gridano di averlo avvistato... "è di quà accorrete... sììììì è Lui l’ho visto, l’ho pure toccato, sentite quì, palpatemi così che parte della sua potenza evasiva possa ritrasmettersi a voi!".

Ieri ero in auto e ho avuto modo di sentire l’intervista a Vasco Rossi rilasciata a Mollica su radiodue. A proposito del suo ultimo album diceva delle cose che oltre ad aver pensato già prima di sentire il suo intervento, ho trovato riconducibili indirettamente al videogioco e al suo essere uno dei tanti biglietti per il pianeta "Allucinandia”. In sintesi diceva che si soffre per la consapevolezza di esistere, perché il mondo e la sua natura ha delle leggi crudeli che mal si sposano con un essere consapevole di questa crudeltà; per dirla semplice, essere consapevoli di stare all’inferno rende le cose più dure che starci e basta. Perciò si evade e – il punto interessante - ognuno lo fa a modo suo, ognuno secondo il proprio schema, secondo ciò che ritiene adatto e soprattutto funzionale per il proprio io. Nel grande e nel piccolo, nella scelta di un particolare gruppo di sostanze e nel dettaglio di un particolare composto. Molti di noi vanno di videogiochi, di mondi paralleli surreali, di fatica mentale con un arcade, di sforzo emotivo quando interfacciati con una storia appassionante di un altro io in un altro quando. Ognuno a ragione, con la sua sola e unica motivazione sempre libera e senza il bisogno d'essere giudicata (a meno di riuscire nell'assurdo di sentire le reali esigenze e i dolori altrui).

E cosa importante - che si lega al discorso dell'hype - il viaggio inizia già prima d'intraprenderlo, in un sistema non molto dissimile dalla "fede" quella che se coltivata di promette la fornitura del carburante sufficiente a raggiungere la Terra Promessa. Soffri nell'attesa, ma trovi sollievo dal viaggiare con la fantasia immaginando il Paradiso che ti attende alla fine del tuo calvario terrestre.

Sì dai, i videogiochi sono come degli stupefacenti: materiali come le polveri o spirituali come la fede. L’unica cosa che li differenzia da altre sostanze simili è la loro minore invasività fisica sia perché non danno evidenti conseguenze al corpo, sia perché le eventuali regole di vita restano confinate all'interno dello schema digitale che non modifica l'anima. La conseguenza la vediamo alla fine del viaggio trovando in ciò che è stato un ricordo razionale, un qualcosa che il più delle volte può essere raccontato nella sua interezza e senza provare sensi di colpa. La comprensione da parte di un soggetto diverso dal viaggiatore non è certa, nonostante la quantità di dettagli che si riescono a riportare indietro; ma la condivisione resta ugualmente doverosa.

È in arrivo la mia scorta di mini pastiche da NDS; appena sarò tornato da quei piccoli mondi colorati metterò a frutto la convinzione del “dovere” che ho appena trascritto. Lode alle vie di fuga e agli sfiati della pentola a pressione.

2 commenti:

  1. Cioè nel post sul razzismo ti limiti perchè "non vuoi dare appigli ai giornalisti di panorama" e poi scrivi un post come questo? XD

    Prometto che più in là farò anche un commento intelligente, comunque

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  2. Ero più fuori quando ho pensato che quelli di panorama s'interessero ad un paragone con il videogioco non accostato al sesso xD

    Ogni anno devo venir fuori con sta storia siamo già al quarto :O

    ...per fortuna questa volta ho il certificato medico con tre giorni di stop per influenza; mal che vada mi appellerò alla temperatura irregolare che mi fa vedere materialmente allucinate le immagini nel DS ^^"

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